28 luglio 2007: una vera "marathon" la terza uscita RincoGold della storia dei Rinco
Klammlrunde
Fantastico tour tra Italia ed Austria: 92 km e 2.036 metri di
dislivello, con espatrio al Klammljoch (Passo Gola) e rientro
in Italia da Passo Stalle. 9 ore in sella, anche sotto la piog-
gia, ma che soddisfazione aver portato a termine l'impresa!


6 SOCI DEL CLUB E 5 OSPITI PARTONO DA BRUNICO ALLE 8,00 IN DIREZIONE DELLA VAL DI RIVA DI TURES. A QUOTA 1.900 IL MERDATLETA FRA' (GIA' IN DIFFICOLTA' SULLA PRIMA SALITA) E' COLPITO DAI CRAMPI E SI FERMA CON CECCHI PAONE AL RIFUGIO KNUTTENALM. VANAMENTE ATTESI PER OLTRE UN'ORA AL KLAMMLJOCH, I DUE SONO "ABBANDONATI" CON UN MESSAGGIO RECAPITATO TRAMITE UNA COMITIVA DI TURISTI. PIOGGIA E ANCHE UN PO' DI FREDDO NELLE DUE DISCESE, NELLA DEFEREGGENTAL (IN AUSTRIA) E NELL'ALTA VALLE DI ANTERSELVA. RIENTRO ALLE 17,00 DOPO 9 ORE DI FATICHE ... 

                               
 

      OSPITI                   
     

Brunico (BZ), 28/07/07. Oltre ogni limite, più dello Stelvio, più del Sella Ronda. La terza uscita RincoGold della storia del Club, che quest'anno ha avuto come teatro l'Alto Adige e l'Austria, ha veramente messo a dura prova i 6 soci che hanno risposto Presente! all'appello. Dovevano essere in 7, per la verità, ma il New-Rinco Baldazàr ha dovuto dare forfait all'ultimo momento, a causa di un infortunio della moglie, procuratasi un distorsione alla caviglia camminando in montagna. Così, dopo un bel po' di ore trascorse in attesa al pronto soccorso, venerdì dopo mezzanotte è partito l'SMS con cui comunicava al Presidente l'impossibilità di raggiungere da Borgo Valsugana il ritrovo di Trento, fissato - e anche questo è un record - alle 5,30 di sabato! L'assenza del biker pugliese ha fatto saltare la "regola del 7", visto che nei due appuntamenti RIncoGold precedenti (Stelvio 2005 e Sella Ronda 2006) erano stati proprio sette i presenti, un numero non certo elevato - soprattutto se raffrontato con le carovane che spesso contraddistinguono le uscite ordinarie - ma comprensibile viste le caratteristiche di questi tour, dedicati ai biker più allenati o semplicemente più pazzi! Ed è questo il caso del Merdatleta Frà, che ha avuto il coraggio di presentarsi al via del Klammlrunde con soli 27 km nelle gambe (non è un errore di battitura e non mancano gli zeri, sono proprio 27 !),  in tutta la stagione: quelli del Giro della Marzòla, del maggio scorso. Senza allenamento e senza un minimo di fondo, il detentore della Marrone ha voluto stupire tutti, anche se poi ha dovuto fare i conti con la dura realtà della salita. Ad ogni modo gli va dato - in primis - di averci provato, e poi di aver comunque portato a termine un'impresa. Nelle sue condizioni, pur tornando indietro senza completare il tour, ha comunque raggiunto il Klammljoch, a 2300 metri di quota, ed ha pedalato per 72 km (di cui 20 in salita) e circa 1500 metri di dislivello. Insomma, per l'ennesima volta ha dimostrato che la fibra è tosta e che solo con un po' di allenamento potrebbe ancora dire la sua alla faccia dei 46 anni e del quintale abbondante di stazza da portarsi al seguito.
Il gruppo dei 6, composto dal Presidente, Cecchi Paone, Brücke, Uomo Lavico, Walt e dal citato Frà, ai quali era aggregato un gruppo di 5 amici, con Lorenzo I e Luca (già nostri ospiti in diverse occasioni precedenti) e le new-entry Lorenzo II, Alessandra e Alessandro, è partito da Brunico alle 8,00 circa, imboccando la pista ciclabile che porta fuori città, in direzione di Campo Tures. Con una breve sosta alla fontana di Gais per il rifornimento delle borracce, la carovana ha percorso con buon ritmo i 14 km di pianura, ottimo banco di riscaldamento in vista dei 20 di salita che attendevano poco più in là. Dopo essere transitati per la frazione di Caminata /Kematen, è stata quindi imboccata la strada provinciale che conduce a Riva di Tures. 10 km che dagli 865 metri di Campo Tures portano ai 1600 della frazione montana, con una media - in teoria - del 7,4% circa, ma le medie, si sa, non sempre rispecchiano la realtà e difatti, dopo poche centinaia di metri, è apparso il cartello con l'indicazione 17% che ha subito messo le cose in chiaro. In quel punto, infatti, il torrente che scorre sul fondo valle compie un balzo di qualche decina di metri (è la cascata di Riva) e la strada, non essendoci il posto nella stretta gola per costruire dei tornanti, sale con pendenze ragguardevoli. Qui c'è stata la prima crisi del Frà, che è già dovuto scendere per spingere a piedi nei tratti più ripidi.
Un po' meglio il tratto successivo, dove la valle comincia ad aprirsi e la strada si sviluppa più tortuosa ma con pendenze inferiori. Dopo 8 km è stata raggiunta la spianata di Riva di Tures, dove è stata effettuata un prima sosta per riposarsi dopo la dura salita appena passata e per attendere il Merdatleta, che comunque ha contenuto in un quarto d'ora circa il suo ritardo, anche se il volto tirato non lasciava presagire nulla di buono! Si è quindi ripreso a pedalare, con 2 km buoni di pianura prima di giungere al paese, costruito sui crinali in fondo alla spianata, dove la valle - che in quel punto si biforca - riprende a salire impietosa. Altra breve sosta in paese, per riempire le borracce e per - per qualcuno - per acquistare generi alimentari nel piccolo negozio vicino alla chiesa, poi via nuovamente, sulla strada che sale verso la Val dei Dossi (Knuttental).
In corrispondenza del parcheggio all'imbocco della valle finisce la strada asfaltata ed inizia il tratto sterrato. Da quel punto, a 1.660 metri di quota, mancano 8 km per raggiungere il Passo Gola/Klammljoch, a quota 2300. Il primo tratto di salita era assai abbordabile, con rampe un po' più ripide alternate a tratti in falsopiano nei pascoli. Poi la pendenza è schizzata in alto, scendendo raramente sotto il 10%, con punte tra il 15% ed il 20% in alcune rampe più insidiose. Qui il gruppo si è sgranato e il Merdatleta Frà, al cui fianco c'era Cecchi Paone, ha perso contatto ad ha avuto i crampi, procedendo per diversi tratti a piedi. Nel frattempo il resto della comitiva risaliva la tortuosa strada sterrata, con il panorama dei ghiacciai circostanti a fare da sfondo. Il tratto finale, dove la pendenza non scende mai sotto il 10%, è molto simile a quella che giunge a Passo Stelvio, dove ad ogni tornante si transita sopra al tratto appena passato. Ad ogni tornante il Presidente, che si era staccato da resto del gruppo, si fermava per scrutare nel fondo valle alla ricerca della sagoma del Frà e di Cecchi Paone, dei quali non v'era notizia ormai da un po' di tempo, ma dei due bikers non c'era traccia. Infatti, a causa dei crampi del Frà, i due s'erano rintanati nel rifugio Knuttenalm (Malga Dossi, a quota 1900) per rifocillarsi e riposare. Così, mentre gli altri 9 mangiavano barrette e frutta secca seduti su un prato al valico di confine, i due desaparecidos  mangiavano alla grande e bevevano radler seduti al tavolo nell'accogliente rifugio alpino. Ad ogni biker o escursionista a piedi che saliva al Klammljoch veniva chiesto se aveva superato due biker, uno con la maglia bianca-rossa e nera con la RB sul petto e sulle maniche ed uno "robusto, con la maglia marrone". Niente, nessuno aveva notato i due. Ormai era passata più di un'ora da quando il Presidente, che pure era stato l'ultimo a giungere al passo, aveva raggiunto il Klammljoch. Lorenzo I, il più fresco di tutti, era anche sceso per un paio di km per scrutare nuovamente l'orizzonte e vedere se sui tornanti sottostanti si trovavano Frà e Cecchi Paone in ascesa. Nulla. Il telefono non prendeva e non c'era modo di comunicare. Così è stata presa la decisone di proseguire senza di loro, affidando ad una comitiva di turisti italiani, ai quali era stata fatta una minuziosa descrizione dei due, l'incarico di recapitargli, non appena li avessero incontrato scendendo verso valle, il seguente messaggio: "Abbiamo aspettato per un'ora e mezza ma non vi vediamo arrivare. Noi abbiamo proseguito, tornate indietro, ci vediamo a Brunico". "Una decisione sofferta ma necessaria" ha commentato il Presidente "quando anche le persone che salivano a piedi ci dicevano di non averli visti abbiamo pensato che fossero già tornati indietro, immaginando dei problemi per Frà, che già sulla salita di Riva era dovuto scendere dalla bici. Poi c'era l'impossibilità di comunicare e così, dopo un'ora e mezza di attesa, abbiamo deciso di proseguire. In caso contrario avremmo veramente fatto notte, e non è un modo di dire!". Così i 9 superstiti hanno imboccato la Defereggental, entrando in Austria, mentre Frà e Cecchi Paone, riposati e rifocillati al rifugio, decidevano di proseguire in salita, giungendo più tardi al Passo Gola/Klammljoch dove incontravano la comitiva di turisti che consegnava loro il messaggio. I due hanno quindi rifatto il percorso al contrario, tornando a Brunico senza scendere in Austria e, soprattutto, senza dover fare anche la salita di Passo Stalle, completando il tour "monco" comunque con 72 km e 1500 metri di dislivello sul groppone. "Se non è RincoGold, RincoSilver c'è tutto!" ha commentato con la consueta ironia il Vice-presidente Frà.
Il resto del gruppo, nel frattempo, percorreva la parte alta della Defereggental, in un paesaggio selvaggio e affascinante, tra montagne con le cime innevate e pascoli verdi. Giunti a quota 2000 circa è stata fatta una deviazione per visitare Jaghausalm, un pittoresco villaggio composto esclusivamente da piccole malghe, una quindicina, e da una caratteristica chiesetta. Il villaggio, che rimane disabitato per quasi tutto l'anno, si ripopola tra giugno e settembre, quando i contadini della val Pusteria, varcando il confine al Klammljoch, portano il bestiame in alpeggio tra questi verdi pascoli, trascorrendo qui tutta l'estate.
Dopo la breve sosta si è dovuto percorrere un tratto a piedi, scendendo al torrente e risalendo sull'altro versante, per riprendere la strada che corre proprio sul crinale opposto a quello del piccolo borgo. La discesa è quindi proseguita veloce, anche se un forte acquazzone ha costretto il gruppo a rimettere l'abbigliamento pesante che era stato appena tolto, non appena la temperatura era tornata a livelli accettabili scendendo di quota. Giunti nei pressi di Oberhaus, però, un guasto meccanico alla bici di Walt ha costretto ad un pit-stop fuori programma. Probabilmente a causa di una botta su un sasso (forse nel tratto a piedi sullo stretto sentiero) il forcellino su cui è montato il cambio posteriore si era ripiegato verso l'interno e così, cambiando il rapporto per affrontare una breve salita, l'elemento si era infilato tra i raggi. Dapprima, in mancanza di una pinza, si è provato a ripiegare il forcellino battendoci sopra con un sasso, senza però forzare troppo perchè se si fosse spezzato sarebbe stata la fine! Il risultato non è stato un granché, ma almeno si è piegato di quel tanto che consentiva alla ruota di girare senza intralci, anche se non era possibile utilizzare il cambio. Scesi di un paio di chilometri, nei pressi di una baita, è stata quindi trovata una racchetta da sci appoggiata in un angolo e grazie a questo improvvisato arnese, la cui punta è stata infilata nel foro dove viene avvitato il cambio, si è potuto fare leva e raddrizzare il forcellino, risolvendo, almeno per la giornata odierna, il problema. "La squadra meccanici della Ferrari vi fa una pippa" ha commentato il sollevato Walt verso i compagni (Lorenzo I e II ed Alessandro) dopo essere risalito in sella.
Dopo questo pit-stop obbligato (che ha fatto tornare alla mente l'incidente alla ruota, anche quella volta in terra straniera, accaduto al Taverna nella discesa dallo Stelvio, nella valle svizzera di Munstertal) si è ripresa la veloce discesa, fino ad incrociare, poco sopra l'abitato di Erlsbach (m.1500), la strada che sale a Passo Stalle (m.2052). Qui sono stati affrontati gli ultimi 10 km di salita della giornata, una salita certamente meno dura di quelle precedenti, anche se il dislivello era quasi tutto concentrato nella parte iniziale. Ad ogni modo, vista anche la regolarità della pendenza, il gruppo ha raggiunto il passo in meno di un'ora, proprio quando il cielo si è nuovamente coperto ed un forte acquazzone ha bagnato gli ultimi due chilometri di ascesa. Riparati sotto una tettoia i 9 bikers hanno dovuto attendere circa mezzora il semaforo verde (sul versante italiano di Passo Stalle la strada è stretta e funziona a senso unico alternato, n.d.r.), approfittandone per cambiarsi il vestiario inzuppato e  mangiare qualcosa. Nel frattempo, fortunatamente, la pioggia era cessata e quando il semaforo ha dato il via, il gruppo ha imboccato la lunga discesa nella valle di Anterselva con il cielo che cominciava a riaprirsi e a far trapelare qualche timido raggio di sole. Non c'è voluto molto per percorrere i quasi 25 km che dal passo portano nuovamente sul fondo valle, a Rasun, poi altrettanto velocemente, con un trenino che procedeva spedito e regolare, è stata raggiunta Brunico dove si è chiuso l'anello.
Complessivamente sono stati percorsi 92 km, mentre il dislivello ha raggiunto i 2.036 metri.

 

LE FOTO DELLA STORICA GIORNATA


La vista panoramica della splendida escursione



L'altimetria, con i 2 picchi del Passo Gola/Klammljoch (GPM a 2300) e del Passo Stalle


IL RITROVO ALL'ALBA, IL VIAGGIO IN AUTO VERSO BRUNICO, LA COLAZIONE ...

LA DURA, LUNGA, FATICOSA PEDALATA ...


La partenza da Brunico (m.830), sul percorso ciclabile per Campo Tures



A Gais la sosta per riempire le borracce di acqua fresca



Dopo 14 km si raggiunge Campo Tures (m.865). La pacchia è finita, ora si suda ...



Il cartello posto dopo poche centinaia di metri non lascia scampo!



Il terzetto Alessandro-Alessandra-Lorenzo II



Dopo 3 km il Merdatleta (nella foto "scortato" da Lorenzo I) va già in crisi



Del resto le pendenze dei primi 8 km non lasciano scampo e spesso ci si alza in piedi



All'imbocco della spianata di Riva di Tures la strada concede una tregua e si fa sosta



L'arrivo del Frà, dopo circa un quarto d'ora. Dal volto traspare la sofferenza



Si guarda in alto, verso il GPM. Il tempo sembra reggere, speriamo ...



Eccoci a RIva di Tures (m.1600). Tra un po' finisce l'asfalto e inizia lo sterrato



La caratteristica chiesa, con l'aguzzo campanile slanciato verso il cielo



Il paesaggio è il classico altoatesino, con i pascoli verdi e le case tipiche



Ecco l'inizio dello sterrato per il Passo Gola/Klammljoch



Il passaggio di Brücke e Walt


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Dopo un tratto illusorio in falsopiano, si comincia a salire anche qui!



Dopo qualche Km si intravede la cresta di confine. Il Klammljoch è lassù, da qualche parte



Mentre il cielo sembra aprirsi, si dà uno sguardo al paesaggio alpestre



Il Rifugio Knuttenalm, a quota 1.900.



La salita riprende ora più dura, con pendenze anche oltre il 15%



Il tratto finale dell'ascesa è un continuo susseguirsi di tornanti, simili allo Stelvio



Poco prima del passo, il piccolo laghetto Klammlsee, con la casermetta della G. di F.



Ecco il valico di frontiera, con la stanga ed il pennone per la bandiera



Il cippo di confine indica il passaggio dall'Italia all'Austria, nel Parco Nazionale Alti Tauri



I 9 superstiti (Frà e Cecchi Paone sono ancora al rifugio a bere radler!) in posa con la bandiera



Inizia la discesa in terra austriaca, nella Defereggental



Anche da questo lato la parte alta della strada è tutto un budello di tornanti



Nel frattempo anche Frà e Cecchi Paone sono giunti al Passo Gola/Klammljoch


 
La differenza tra la folla di bikers presenti tra mezzogiorno e l'una, all'arrivo (e sosta)
del gruppo, e la desolazione del Klammljoch all'arrivo di Frà e Cecchi Paone ...


 
Frà, un uomo solo in meditazione ...



L'Uomo Lavico in posa plastica durante una curva



La valle è tutta un susseguirsi di pascoli



Il suggestivo villaggio di Jagdhausalm, composto solo da malghe



Dopo la visita al villaggio, bisogna guadare il torrente per tornare sull'altro versante



Il Presidente ha esibito per tutto il viaggio la bandiera tricolore sullo zaino



Lungo la discesa un grave guasto meccanico alla bici di Walt: forse per un colpo su una
pietra si è piegato il forcellino posteriore ed il cambio è finito tra i raggi !



In mancanza d'altro anche una racchetta da sci, trovata appoggiata ad una baracca, può
servire a raddrizzare alla belle e meglio il forcellino. Finalmente si può ripartire ...



In fondo alla discesa l'ennesima svestizione della giornata, si torna a salire



Si imbocca la salita verso Passo Stalle. Gli ultimi 10 km di fatiche ...



Il cartello a bordo strada indica il funzionamento a senso unico alternato del passo, al rientro
in Italia. Se si salta il verde, ci sono 45 minuti di sosta obbligata prima che scatti nuovamente



Il cielo verso il passo non promette nulla di buono e infatti ... è acqua a più non posso!



Dopo 10 km ecco finalmente il passo. Si torna in Italia (sullo sfondo il lago di Anterselva)



L'attesa del semaforo verde (circa 20 minuti), al riparo di una tettoia.



Dopo aver beccato un mare d'acqua nella parte alta della valle di Anterselva, il clima migliora
decisamente da metà valle in giù. In un batter d'occhio si raggiunge Rasun e la Pusteria



Dopo gli ultimi 10 veloci chilometri da Rasun a Brunico, eccoci nuovamente nel capoluogo
della Pusteria. Il fantastico (e faticoso) tour è giunto a conclusione.