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GIU

USCITA RINCOGOLD 2016


Giro del Monte Corno
 




        
 

Disputata oggi, fra Bassa Atesina e Val di Fiemme, la 12ª uscita "off-limits" dei Rinco Boys. Partenza da Salorno, poi la salita fino a Fontanefredde sulla "vecia ferovia", quindi la durissima ascesa a Malga Corno (mai sotto il 10%), oltre quota 1700. Dopo la sosta pranzo, lo scollinamento a Cauria ed il rientro nella Valle dell'Adige, con un taglio di tracciato nel finale a causa di un forte temporale. Percorsi 63 km e superato un dislivello di oltre 1700 metri.

 

 


i presenti

 

 

SOCI
   
OSPITI            
 

 

la cronaca

Salorno (BZ), 25/06/2016. E' stata disputato oggi - fra la Val d'Adige e la Val di Fiemme - la 12ª uscita di Rinco-Gold, il programma che una volta l'anno propone uscite decisamente off-limits ! Questa volta è stato individuato un tour che ha portato a compiere il giro attorno al Monte Corno, il rilievo che da cui prende il nome il parco naturale collocato nella parte meridionale dell'Alto Adige, al confine con la bassa Val di Fiemme.

Giornata decisamente calda, con ben 23° alle 8 del mattino. Il gruppo, composto da 13 biker, è partito da Salorno verso le 8:40. Dopo aver attraversato il paese - con il suo bel centro storico ricco di palazzi nobiliari e facciate decorate con i caratteristici erker - è stata imboccata in direzione nord una tranquilla stradina di campagna che ha condotto fino a Laghetti di Egna.

Da lì è stata imboccata la pista ciclabile lungo il fiume Adige, transitando a fianco dell'abitato di Egna, per poi arrivare alle porte di Ora. Qui è terminato il c.d. "tratto di trasferimento", perlopiù pianeggiante, ed è iniziata la salita, la stessa che ogni anno percorriamo nella nostra gara sociale, la "Vecia Ferovia". Da Ora, infatti, è stato imboccato il bel tracciato ciclabile ricavato dal sedìme della ferrovia della Val di Fiemme, costruita dagli austriaci nel 1916 - in pieno conflitto mondiale - e poi smantellata negli anni '60. Con la differenza che mentre in gara non c'è molto tempo per guardarsi attorno, in un'escursione cicloturistica si possono ammirare con tranquillità tutte le bellezze e le particolarità sia del territorio che del tracciato.

Il primo tratto, molto suggestivo sotto l'aspetto naturalistico, attraversa il biotopo di Castelfeder. Si tratta di un'area protetta ubicata sulla collina posta fra gli abitati di Egna, Ora e Montagna, sulla cui sommità si trovano i resti di diversi insediamenti fortificati, risalenti ad epoche diverse. L'insediamento più antico pare risalire ad epoca preistorica: un villaggio retico di cui restano scarsissime testimonianze. Ai Reti si sostituirono poi i Romani, che costruirono una fortificazione, sopra la stazione di Endidae, che probabilmente sorgeva dove oggi c'è Villa di Egna. Nel VI secolo fu eretta la cappella dedicata a Santa Barbara, poi andata in rovina. Nel XIII secolo la nobile famiglia degli Enna (in tedesco Enn) fece costruire un castello: se ne ha notizia per la prima volta nel 1280, quando la famiglia lo vendette, dopo aver costruito la nuova dimora di famiglia, Castel d'Enna, a Montagna. Il castello era chiamato Castrum Vetere, da cui deriva il toponimo tedesco Castelfeder (la "v" si pronuncia infatti "f").


Vista della Bassa Atesina da Castelfeder e, a dx, un vecchia sottopasso della ferrovia sulla collina

Superato il biotopo di Castelfeder, si è usciti fra i vigneti a monte di Villa di Egna, raggiungendo poi il piccolo paesino di Pinzano, dove si incontra un ripido strappo che porta alla bella piazzetta con fontana. Da Pinzano ci si è quindi spostati a Montagna, dove è stata fatta una deviazione dal tradizionale tracciato di gara della "Vecia Ferovia" per andare a vedere la vecchia stazione, posta proprio in centro paese.


La vecchia stazione ferroviaria di Montagna, con la scritta ancora presente sul muro

Dopo la deviazione si è quindi ritornati sul tracciato ex ferrovia, procedendo in leggera salita lungo la bella costa vitata, fino a raggiungere Ponte Gleno, una spettacolare costruzione ad arcate in pietra, che si trova nel bel mezzo di un tornante del tracciato ferroviario (infatti è stato costruito ad asse curvo).


Ponte Gleno oggi e, a destra, quando vi transitava il trenino della Val di Fiemme

Dopo Gleno è iniziato il tratto montano del tracciato, entrando nei boschi ed incontrando anche le prime due gallerie, dove la temperatura si è fatta decisamente più fresca e piacevole. Pedalando sulle pendici occidentali del massiccio del Monte Corno, si è quindi proseguito per un tratto al di fuori dell'ex ferrovia (che in parte è scomparsa fra i campi e le costruzioni), affrontando alcune ripide rampe fra i meli, fino ad intercettare nuovamente la comoda ciclopedonale sterrata, nei pressi della loc. Doladizza, dove durante la gara viene collocato il 1° ristoro.

Dai Masi di Doladizza si è quindi proseguito nuovamente sull'ex tracciato ferroviario, andando ad imboccare la valle che porta al Passo di San Lugano, porta d'accesso alla Val di Fiemme. Costeggiando la parte settentrionale del Parco Naturale Monte Corno, si è saliti rimanendo paralleli - ma più a monte - della SS 48 delle Dolomiti, passando - dopo un lungo tratto nel bosco - per la bella località di Pausa, dove si nota ancora la caratteristica stazione dell'ex ferrovia. Poi, da Pausa, ancora più su, in direzione di Fontanefredde, passando sopra un altro caratteristico ponte in pietra, perfettamente conservato.


La vecchia stazione di Pausa e un altro ponte in pietra lungo il tracciato

La pedalata sull'ex ferrovia si è conclusa a Fontanefredde, dove è stata fatta una breve sosta alla vecchia stazione, trasformata in una bellissima sede del locale comando della Forestale. Da Fontanefredde si è proseguito sulla strada provinciale 59, salendo per un paio di km, fino a raggiungere la sella di Trodena (m.1200 circa). Da qui si è scesi per un breve tratto in discesa, fino alla zona del campo sportivo (m.1070), per poi iniziare il secondo e più impegnativo tratto di salita. E' stata infatti imboccata la strada forestale che sale prima al Passo Cisa (m.1442) e da lì, con un budello di una decina di ripidi tornanti, fino alla Malga Corno (m. 1720), nel territorio di Capriana (Val di Fiemme). Si tratta di 6,5 km, con circa 650 metri di dislivello, alla media del 10%, ma con punte decisamente superiori, specie nel finale.


Malga Corno

A Malga Corno, in una panoramica posizione affacciata sulla Valle di Fiemme, è stata fatta la pausa ristoro, godendosi il bel sole. Poi - dopo mangiato - si è tornati in sella per affrontare un tratto in saliscendi nel parco naturale, con passaggio per il biotopo del Lago Bianco. poi, una volta raggiunto il punto di massima elevazione, è iniziata la veloce discesa verso Cauria, frazione montana di Salorno, posto oltre quota 1300, con bellissima vista sulla Valle dell'Adige.

A Cauria abbiamo fatto visita a Donato, un caro amico del compianto Ugo Gasparini, che da 25 anni si è stabilito quassù, in questa oasi di pace. Seduti a chiacchierare sulla veranda, sorseggiando un dissetante sciroppo di sambuco (ne abbiamo fulminato tre brocche da 2 litri!), abbiamo assistito al peggioramento del tempo, con la Val d'Adige che è stata coperta in breve da nubi nere cariche di pioggia, seguite da lampi e tuoni.

Quando il peggio sembrava passato, ci siamo avviati per la discesa, imboccando la vecchia strada Salorno-Cauria, che corre leggermente a valle di quella attuale. Seguendo quello che ormai è diventato un sentiero, con il fondo a tratti sconnesso e la carreggiata ristretta dalla vegetazione, si è  sbucati, un paio di km a valle, su un tornante della provinciale. A quel punto la discesa è proseguita sulla strada asfaltata, per qualche km, fino ad arrivare al bivio che porta alla vecchia strada romana che scende verso Laghetti di Egna. Qui però, visto che nel frattempo era iniziato a piovere, anche intensamente, si è deciso di proseguire la discesa verso Salorno sulla provinciale, evitando così di affrontare il ripido selciato che con la pioggia avrebbe potuto rappresentare un pericolo. 

Così, sotto la pioggia battente, si è scesi verso Salorno, passando per la frazione di Pochi ed arrivando a valle fradici come dei pulcini ! Alla fine il taglio del tracciato è stato solo di un paio di km (63, contro i 65 previsti), mentre il dislivello è rimasto uguale, oltre 1700 metri.

 

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi circa 63 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 1.720 metri. L'altimetria presenta un tratto iniziale di 13 km pianeggianti, seguiti dalla lunga salita della "vecchia ferrovia" (20 km, con pendenze moderate) e dallo strappetto di 2 km fino a Trodena. Dopo un km scarso di discesa, riprende la salita, su strada forestale, che in circa 6 km porta a Malga Corno. Dalla malga si prosegue per un paio di km in saliscendi, per poi iniziare la lunga discesa (15Km) che riporta a Salorno. GPM alle pendici del Monte Corno, m.1750.

L'altimetria
 
 

La panoramica in 3D

 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi
ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

1. Salorno-Ora


Il ritrovo a Salorno, nel parcheggio a fianco della SS12, all'imbocco del paese


Il castello di Haderburg, che incombe sopra di noi


Verso le 8,40 si parte


La giornata, come le ultime tre di questa settimana, si annuncia caldissima


Attraversiamo il paese di Salorno


Riempiamo le borracce di acqua fresca alla fontana in piazza


Dopo il carico di acqua, si riparte


Usciamo dal paese in direzione nord, lungo via dei Molini


Imbocchiamo una stradina comunale che punta verso nord


La strada attraversa i campi coltivati a mele ed uva


In questa zona della valle, sotto la montagna, c'è ancora ombra, anche se la temperatura è alta


Si punta verso Laghetti di Egna


Il passaggio "alle Garbe"


Costeggiamo diversi masi, in un divertente saliscendi fra i vigneti


La strada procede fra il bosco e i frutteti


Altro strappetto


Il passaggio presso un'antica casa nobiliare, con foggia a castelletto


Poco prima di laghetti, incontriamo un impianto di irrigazione in funzione


L'acqua nebulizzata, con questo caldo, è una vera goduria!!!


Entriamo a Laghetti, frazione di Egna


Woody Allen e 'l Michèta


Da Laghetti, dopo aver attraversato la SS12, imbocchiamo un sentierino che ci porta verso la ciclabile


Ora proseguiremo verso nord sulla pista ciclabile lungo l'Adige


Il lungo nastro d0'asfalto, posato sull'argine del fiume


Il fiume è bello gonfio e marrone, segno che in Alto Adige ha piovuto


Il gruppo avanza compatto


Da Laghetti ci dirigiamo verso Egna


Enrica e Cristina


L'Adige è proprio carico !


Le prima case di Egna e, sullo sfondo la collina di Castelfeder


Arriviamo al ponte di Egna

  
Qui troviamo un sistema di rilevamento dei passaggi in bicicletta


Il display dice oltre 75.000 nel 2016, 179 oggi (prima del nostro passaggio)


Da Egna proseguiamo verso nord, in direzione di Ora


Passiamo a fianco del lido di Egna, dove ci sono già dei bagnanti in acqua


Un ponticello in legno, nei pressi del campo sportivo


Frank e Cimo in coda al gruppo


Arriviamo nei pressi di Ora. Qui finisce il tratto pianeggiante

 

2. la salita sulla "vecia ferovia"


Dopo aver attraversato la SS12, imbocchiamo la ripida rampa che porta al tracciato ex-ferrovia


Da qui parte la comoda ciclopedonale ricavata dalla vecchia ferrovia


La massicciata sassosa è stata sostituita con una fondo compatto e scorrevole


Affrontiamo il primo ampio curvone


Il tracciato scorre fra i vigneti


Panorama verso Egna


La salita prosegue con pendenza moderata


Gli ordinati vigneti a guyot


Entriamo nel biotopo di Castelfeder e dobbiamo fare slalom nel campo minato ...


Saliamo verso la collina abitata fin dai tempi antichi


Ecco l'antico colle, che ospita diversi resti, fra cui alcuni di epoca romana


Un asinello cerca l'ombra sotto un albero


Seguiamo il vecchio tracciato del treno, uscendo dalla strada del biotopo


Qui il percorso faceva un'altra ampia curva, con al centro il laghetto


Torniamo sul tracciato utilizzato dalla gara "La Vecia Ferovia"


L'uscita dal biotopo


In alcuni tratti, dove il tracciato ferroviario è scomparso, il sentiero si discosta da quello originale.
Qui, ad esempio, un vecchio sottopasso (il treno passava sopra, mentre sotto passavano i trattori),
con la massicciata, sulla parte destra, che è stata completamente tolta per far posto ai vigneti


Rinco in esplorazione


Si prosegue in direzione di Pinzano


Panorama sulla Bassa Atesina


Attraversiamo la provinciale, imboccando la strada per Pinzano


Ora affronteremo un tratto su asfalto


Ecco il paese di Pinzano


La ripida rampa con pavimentazione in porfido, che porta verso
il centro del paesino


Dopo il breve, ma intenso strappo, arriviamo in piazza


Alla fontana, riempiamo le borracce di acqua fresca


Da Pinzano, proseguiamo verso Montagna


Ora si pedala in direzione nord ed il panorama sulla valle è alla nostra sinistra


Toh, e chi sono questi due "vecchietti" sudtirolesi che si godono il sole sulla panchina?


Arriviamo al paese di Montagna


Entriamo nella bella località collinare della Bassa Atesina


Saliamo verso il centro


Lasciamo il tracciato della gara (a noi ben noto!) per andare a vedere la vecchia stazione


Ecco il fabbricato che ospitava la stazione, ora trasformata in abitazione


Sulle facciate c'è ancora la scritta con il nome del paese


Una breve sosta dove un tempo passavano i binari


Riprendiamo il tracciato ex ferrovia, proseguendo la salita


Ora si pedala verso sud e il panorama è alla nostra destra


Si alternano i tratti in pieno sole ai (graditi!) tratti all'ombra


Lungo il tracciato si incontrano i manufatti della linea ferroviaria, come questo muro di pietra


Arriviamo nei pressi della località Gleno


Qui c'è un bellissimo ponte ad arcate, tutto in pietra


Tra l'altro il ponte è nel bel mezzo di un tornante, per cui è ad asse curvo


Un'immagine storica di quando passava il trenino della Val di Fiemme


Il tornante, dopo il ponte, prosegue "in trincea"


Dopo l'ampia curva si torna a pedalare verso nord


Alle nostre spalle, le case di Gleno


Proseguiamo la comoda salita


Da qui inizia il tratto montano del tracciato, trasformato in "strada forestale"


Subito si incontra la prima galleria


L'uscita dal lato opposto del tunnel, che non è rettilineo


Ora si viaggia al fresco, all'ombra della fitta vegetazione


Un pannello fotografico con i nomi delle località, in un punto panoramico


La seconda galleria, nei pressi di Castel Enn


L'illuminazione, all'interno, non è il massimo


Proseguiamo verso i Masi di Doladizza


Poco più avanti si abbandona nuovamente l'originale tracciato ferroviario, salendo fra i vigneti


Si passa a Maso Elsen (Elsenhof)


Una ripida rampa ...


Terminato il rampone fra i meleti, la strada concede una tregua


Si ritorna sulla "vecchia ferrovia"


Ora la salita prosegue con pendenza moderata


Sosta ciliege (!!!)


Dopo aver saltato la 3ª galleria (quella di Doladizza, perchè chiusa), proseguiamo su sterrato


Ora si prosegue nel bosco, in direzione di Passo S.Lugano


La 4ª galleria


Landini


La 5ª ed ultima galleria


Si entra nel tunnel


Dopo le gallerie, il tracciato procede più rettilineo


Arriviamo alla loc. Pausa (pare che il nome derivi dalla presenza di una vecchia osteria
dove le carrozze trainate dai cavalli si fermavano per far riposare gli animali, dopo la salita)


Maso Pausa


La chiesetta


La vecchia stazione


Il vecchio fabbricato ferroviario, in pietra e legno


Proseguiamo verso Fontandefredde


Un altro bel ponte in pietra, fra Pausa e Fontanefredde


Anche questo, come ponte Gleno, è ad arcate in pietra


Si procede nel bosco


Si arriva a Fontanefredde


Siamo nel Parco Naturale Monte Corno


Arriviamo alla
vecchia stazione ferroviaria


L'edificio è stato trasformato in sede del comando Forestale


Facciamo una pausa snack, prima di salire verso Trodena

 

3. l'ascesa a Malga Corno


Dopo la sosta, lasciamo l'ex stazione di Fontanefredde


Usciamo dal paese, imboccando la SP59, che ci porterà a Trodena


Per un paio di km pedaleremo sulla poco trafficata provinciale


I verdi prati a valle della strada


Un caratteristico crocefisso con capitello in legno


Siamo in vista della sella di Trodena


Arriviamo al paese


Rinco in pausa


L'ultimo rabbocco delle borracce. Da qui in poi non ci sarà più nessuna fonte fino a Cauria


Si riparte ...


Dopo lo scollinamento, percorriamo un km circa in discesa


Passiamo per il centro del paese, posto sotto la sella


Arriviamo alla deviazione per Malga Corno


Lasciamo la provinciale e scendiamo per un sentiero selciato


Il sentiero scende ripido verso la gola di un ruscello


Perdendo oltre un centinaio di metri di quota, arriviamo al ponte sul ruscello


Ora si ricomincia a salire ...


Imbocchiamo infatti la forestale che ci porterà alla malga


Il primo tratto è in leggerissima salita, quasi un falsopiano


Poi inizia la salita vera ...


La pendenza non scenderà più sotto il 10%


Si superano i primi ripidi tornanti


Per fortuna si pedala all'ombra della fitta abetaia


Fra un tornante e l'altro, ripidi ramponi


Fra l'inizio della curva a la sua fine, si guadagna qualche metro di quota !


I Rinco impegnati sulla ripida sterrata


Ogni tanto qualche sosta per tirare il fiato


Poi si riparte ...


Il fondo, per fortuna, è battuto e scorrevole


I 6,5 km che portano alla malga, sembrano lunghissimi ...


Ogni tanto, qualche rada apertura della vegetazione, fa filtrare il sole


Un tratto della forestale realizzato sbancando la roccia, poco prima di Passo Cisa


Arrivati a Passo Cisa, dove la strada principale scende verso Anterivo, noi deviamo a dx


Inizia così il ripidissimo tratto finale, verso la malga


10 tornanti in sequenza, uno dopo l'altro ...


Una bella baita in legno


E avanti ...


Altro tornante ...


Sempre più su ...


Anche qui ci sono dei tratti a filo di roccia


Un altra curva "in piedi"


... seguita da un altro rampone


Orami non manca molto ...


Una sosta all'ultimo tornante nel bosco, prima di arrivare al pascolo


Subito dopo, ecco il cancello che segna l'ingresso nei pascoli di Malga Corno


Ora si pedala in campo aperto, in pieno sole


L'ultimo tornante della serie di 10


I pascoli


Le regine dei pascoli


Per arrivare alla malga, un ultimo ripido strappo!


Malga Corno è lassù, sopra le nostre teste


Dai che tra un po' si va a mangiare ...


Ci siamo ...


Malga Corno! Adesso pausa !!!

 

4. la pausa ristoro


Prendiamo posto nei tavolini al sole, fuori dalla malga


Prosit !


Dopo i panini (o, per qualcuno, i piatti9 della malga), ecco il dulcis in fundo ...


La soddisfazione di Frank


Dietro questa risata c'è un aneddoto ... (ma qui non si può scrivere!!!)


Uno mangia, l'altro guarda


Il riposo post-prandiale


C'è chi stende nell'erba ... (Cimo)


E chi preferisce il tavolato ... (GigaBike)


Le ragazze terribili


Un giretto per Malga Corno. La struttura si trova nel comune di Capriana (TN)


Il vecchio "stallone", dove oggi c'è il ristorante


La casetta che fa da agriturismo, con alcune camere per passare la notte


La struttura bivacco. D'inverno viene lasciata aperta e a disposizione degli escursionisti


Una delle tante sculture lignee che abbelliscono la malga


La malga vista dai prati soprastanti


Vista sui pascoli sotto la malga


I due corni (Zweihorn, in tedesco). A sinistra il Corno Bianco (di chiara roccia dolomitica),
a destra il Corno Nero (di scura roccia porfirica, tipica del Lagorai e della Valle di Cembra).
In mezzo c'è Passo Oclini, dove passa la faglia che separa le due diverse placche


Dopo una bella sosta, iniziamo a prepararci per la partenza


Si preparano le bici e si indossa l'abbigliamento asciutto


Foto di gruppo all'ingresso della malga


Si parte ...

 

5. la discesa a Salorno


Troviamo subito una rampazza, breve ma intensa, che ci fa digerire !!!


Superato lo strappo, arriviamo ad un bivio. Le due strade, più avanti, si riuniscono.
Quella a destra passa per il "lago Nero" (così chiamato per il fondo in torba, che rende
scurissima), quella a sinistra per il "lago Bianco". Noi scegliamo quella a sinistra


La strada alterna la discesa a brevi salite, così facciamo correre le nostre mtb


I brevi campi di pendenza sono spessi superati con la sola rincorsa


Si sfreccia sullo sterrato compatto


Prosegue il saliscendi ...


Stiamo attraversando i boschi del Monte Corno


Arriviamo al Lago Bianco


L'area è stata dichiarata protetta (Biotopo)



la stessa inquadratura, in versione invernale, tratta dalla ciaspolata fatta qui nel 2013
 


Facciamo il giro del lago


Dopo aver intercettato la strada che scende dal "Lago Nero", proseguiamo verso Cauria


Si pedala in un bellissimo ambiente verde


I saliscendi, non sono finiti ...


Superato l'ultimo scollinamento, inizia la discesa vera e propria


La sosta ad un incrocio


Si riprende a pedalare ...


GigaBike impegnato nella discesa


Ormai non si pedala più, si lasciano correre le mtb ...


Si sfreccia veloci verso Cauria


Un'ultima sosta prima di arrivare al paese


Enrica e Cristina


Riprende la discesa


Eccoci a Cauria (in tedesco Gfrill), frazione montana di Salorno


L'antica chiesetta di S.Margherita, con il tetto in scandole (le tegole di larice)


Il piccolo paese conta una sessantina di abitanti


Imboccata la strada per Salorno, iniziamo la discesa


Usciamo dal piccolo borgo, posto oltre quota 1300


La strada costeggia dei verdissimi prati


Qui, a primi d'agosto, si tiene la tradizionale "Festa del fieno"


La bellissima chiesetta dedicata a Maria Visitazione


Subito sotto il paese, lasciamo la provinciale e imbocchiamo una stradina laterale


La strada scende ripida verso alcuni masi


Arriviamo a casa di Donato, un carissimo amico del compianto Gaspa


La parte vecchia del maso, le cui prime citazioni scritte risalgono al 1500


Giù, verso Salorno, imperversa il temporale ...


Ne approfittiamo per una sosta ristoratrice, bevendo un gustoso sciroppo di sambuco


Oggi abbiamo preso il sole ...


Sembra che il temporale sia passato (si vede il sole nella Piana Rotaliana)


Salutiamo e ringraziamo Donato per l'ospitalità, iniziando così la discesa


Imbocchiamo l'antica carrozzabile Salorno-Cauria, che passava sotto l'attuale strada


La strada, nel primo tratto, è abbastanza larga


Più a valle, la carreggiata si restringe, "mangiata" dalla vegetazione


Incontriamo qualche breve tratto tecnico, ma niente di particolarmente impegnativo


Ora la strada è diventata un vero e proprio single track


Si sfreccia nel bosco ...


Incontriamo la rovina di una vecchia casa che era posta lungo la strada


Frank concentrato nella discesa


Si scende nella fitta vegetazione, fra cui anche alcune rigogliose piante di ortica ...


L'ultimo tratto di sentiero ...


... e si sbuca su un tornante della provinciale


Ora dobbiamo percorrere qualche km sulla strada asfaltata


Lasciamo correre le nostre bici sull'asfalto appena posato: un vero biliardo


Arriviamo al bivio dove il tracciato originale prevede la deviazione a destra. Qui si dovrebbe
scendere nella valle del Rio Lauco, dove si trova un antico ponte di epoca romana. Sia prima
che dopo il ponte, è previsto il passaggio su tratti dell'antica strada, con fondo acciottolato.
La pioggia che sta iniziando a cadere, però, sconsiglia il passaggio sulle pietre rese viscide,
così si decide di proseguire verso Salorno rimanendo sulla più tranquilla strada provinciale


Sotto un pioggia ormai battente, arriviamo alla frazione di Pochi (in tedesco Buchholz)


Il passaggio nel piccolo paese


Ormai l'acqua cade a secchiate ...


Arriviamo in vista di Salorno


Terminata la discesa, ripercorriamo via dei Molini per raggiungere il paese


Eccoci a Salorno


Ormai fradici, raggiungiamo il parcheggio a sud del paese


Eccoci arrivati. Bella uscita, nonostante la "ciliegina" finale !!!

 

Complimenti a tutti
e ... alla prossima!