20/03/2010
- Dopo aver archiviato
le ciaspole, i Rinco Boys sono tornati in sella e lo hanno
fatto, come ormai da tradizione da 4 anni a questa parte, con
un'uscita del programma "Bici & Bicèri", con la quale ha preso
il via stamattina la stagione 2010 di MTB. Meta
dell'escursione, andata in scena nelle campagne della Piana
Rotaliana, la storica Cantina Endrizzi di San Michele all'Adige,
raggiunta dopo una pedalata di circa 20 km che ha portato i 26
partecipanti fin sulla collina che sovrasta l'abitato, passando
per il Castello di Monreale ed il ponte medievale, per poi
riscendere a fondovalle attraverso i vigneti. A fine giro la
bella visita guidata nella cantina, dove c'è stato modo di
apprezzare - con diverse degustazioni - i prodotti dell'azienda,
fondata nel 1885. Ma andiamo con ordine ...
La prima "B":
la
Bici
...
Il tracciato era ovviamente breve,
come si conviene ad una prima uscita stagionale, quando la ruggine nelle
gambe deve ancora essere scrostata dopo la lunga pausa invernale. Circa 20 i
km percorsi, dei quali 16 in pianura, tra le campagne della Piana Rotaliana,
fino ai confini con la provincia di Bolzano. Poi la salita, breve (solo 2
km) ma molto intensa, con una pendenza media oltre l'11% e punte del 19% in
un paio di ramponi micidiali sotto il Castello di Monreale. Infine la
discesa, altri 2 km per rientrare alla base, attraverso ripide carrarecce
interpoderali. 250 metri il dislivello complessivo.
Le foto della pedalata
Vai alla sezione:
Le foto simpatiche
Il ritrovo sul retro della Cantina Endrizzi
La partenza, poco dopo le 9:00, in direzione sud, verso San Michele
all'Adige
GigaBike, Willy e Kriminal Bike guidano il gruppetto
Ailander con Bubu. Alle loro spalle c'è Erenesto
Cipollino con Dori One
Il passaggio nel centro storico di San Michele, paese di grande vocazione
vitivinicola e sede,
tra l'altro, del prestigioso Istituto Agrario, fondato nel 1874 sotto
l'Impero Austro-Ungarico
Dopo il sottopasso alla SS 12, costeggiamo il fiume Adige
Attraversiamo il fiume e ci portiamo nella frazione di Grumo
L'attraversamento del paese
Imbocchiamo la strada arginale di un canale irriguo e puntiamo ora verso
nord
La strada diventa sterrata e prosegue tra i campi
Il passaggio su un antico ponte in pietra
L'incisione sulla chiave di volta reca la data del 1883
Proseguiamo sempre verso nord: ora il fondo si è fatto erboso
In questo punto la stradina è stretta tra il canale e la vicina autostrada
del Brennero
Brücke e Bubu
Paola con un ospite del Tour de Pance, la gara goliardica che si tiene
annualmente a Riva
Il tratto conclusivo della strada arginale del canale
Oltrepassiamo l'autostrada e ci portiamo nelle campagne lungo l'Adige
La pedalata prosegue verso il confine tra le Province di Trento e Bolzano
Il Presidente guida la colonna di "Red Bikers"
La parte centrale del gruppo
Ernesto e il Pajazo chiudono la file
Le divise rosse dei Rinco Boys spiccano tra i verde dei campi
Lasciamo ancora la strada asfaltata ed entriamo nelle campagne
Una fila di bikers tra i filari di melo
Raggiunto il fiume dobbiamo salire sull'argine
"Ti pareva che non si spingeva pure oggi!"
"Non lamentatevi: sono 15 metri a piedi!"
Saliti sull'argine imbocchiamo la sterrata lungo il fiume
Ora ritorniamo verso sud
Il Vice-Presidente Cecchi Paone ripreso dal basso
Siamo di nuovo alle porte di San Michele
La sterrata termina in località la Cacciatora
Imbocchiamo la ciclabile e torniamo verso nord
Dobbiamo raggiungere l'altezza di Cadino
Il Castello di Monreale, dalla collina sovrastante, ci osserva
Lasciamo la pista ciclabile e scendiamo nei vigneti
Puntiamo verso est, dove imboccheremo la salita verso il castello
Ernesto se la ride. Il Pajazo avrà sparato una delle sue!
La salita parte subito ripida, ma la parte "migliore" sarà più avanti
...
Frank si alza sui pedali
Cecchi Paone, invece, adotta il "metodo Panzella" e inizia il zig-zag
La Piana Rotaliana, appena lasciata, appare già molto in basso: la
pendenza è tosta!
Dopo una curva, ecco la sagoma del castello adagiati sopra il colle
davanti a noi
GigaBike sul rampone più ripido (19%), seguito da uno zig-zagante
Ernesto
Tania ha cominciato a sudare e così ha azzardato la manica corta
Cecchi Paone (alla prima assoluta in bici nel 2010) stringe i denti
Finalmente arriviamo al castello e possiamo tirare il fiato
Gli ultimi arrivi, a piedi: forza e coraggio!
L'immancabile foto di gruppo
Dopo la pausa riprendiamo la salita
Willy con Lucky Luke
La salita prosegue assai ripida anche dopo il castello
Il passaggio tra i vigneti (con la tecnica a guyot) affacciati verso la
Piana Rotaliana
L'arrivo al GPM odierno, a quota 440 metri circa. Sullo sfondo si nota il
castello
Tiriamo il fiato dopo il salitone e ricompattiamo il gruppo
Dopo aver raggiunto il punto di massima elevazione, cominciamo la discesa
Entriamo nella piccola gola del Rio di Faedo
Un piccolo rivo che scende fino a valle per poi confluire nell'Adige
Passiamo sull'antico ponte medievale. Le ringhiere in ferro sono state
aggiunte per motivi
di sicurezza, essendo transitabile alle auto, ma la struttura in pietra è
quella originale
Dietro al ponte c'è anche una graziosa cascatella gorgheggiante
Usciamo dalla gola del Rio Faedo
Il passaggio in località Villa Piccola
Da Villa Piccola, lasciamo la strada asfaltata e scendiamo tra le
vigne
Uno alla volta ci lanciamo tra i vigneti
La discesa prosegue tra sconnesse carrarecce
Willy al passaggio tra i caratteristici muretti a secco
Sullo sfondo, ancorché annebbiato, si scorge la Piana Rotaliana
L'arrivo in località Maso Barco
Per concludere la pedalata, ecco un bel discesone
A un certo punto della ripida discesa si passa dal ciottolato allo sterrato
ghiaioso. Ocio!
Sfrecciamo veloci verso la meta ...
... e difatti, in fondo alla discesa, ci appare la Cantina Endrizzi. Il giro è
ormai terminato
L'arrivo, dopo un ventina di km, al punto di partenza. Ora si passa alla
seconda B ...
La seconda "B":
i
Bicèri
...
Dopo aver riposto le nostre MTB ed aver indossato
l'abbigliamento da riposo, ci buttiamo con piacere nella 2ª parte del
programma
B&B. La seconda B, infatti, sta per Bicèri e così dopo la Bici
arriva l'atteso e gradito momento eno-gastronomico. Ad attenderci, presso la
cantina, ci sono Marina e Fabio Scottini, addetti all'accoglienza, che ci
accompagneranno per l'intera visita
alla struttura.
Fabio Scottini ha iniziato illustrando la storia della località e della
cantina. Il toponimo del luogo, Masetto, pare derivi dal latino Mansum, che
era l'appezzamento di terra ottenuto dai legionari di Roma che decidevano di
"rimanere" nelle zone di conquista. Di qui, proveniente dalla
Valsugana e dalla collina di Trento, passava la via Claudia Augusta,
diretta verso l'attuale Germania. Il Masetto entrò anche nella storia
napoleonica, visto che Bonaparte, nella sua campagna d'Italia, combatté in
questa zona contro gli austriaci nel 1797 e soggiornò una notte proprio
nell'antico maso ora di proprietà della Cantina Endrizzi.
La
cantina fu fondata nel 1885
dalla famiglia Endrici (anticamente "de Enrici", chiamati però "Endrizzi" in
dialetto locale, da cui il nome dell'azienda). Francesco Endrici, bisnonno degli attuali proprietari, introdusse da
vero pioniere già all'inizio del '900 i vitigni più pregiati del mondo quali il
Cabernet Sauvignon e il Merlot. A Francesco succedettero il figlio Romano,
prima, ed il nipote Franco, poi. La quarta generazione è rappresentata
dal pronipote Paolo e dalla moglie Christine, architetto di origine tedesca, i
quali arricchiscono la ultracentenaria tradizione con grande impegno ed amore e
con la ricchezza derivante da due diverse matrici culturali.
Le foto della visita
Prima di entrare abbiamo modo di osservare le antiche attrezzature esposte
sotto la tettoia
Un vecchio torchio. La targa reca scritto "Maschinenfabrik Rauschenbach A.G.,
Schaffausen"
ovvero "Fabbrica macchinari Rauschenbach SpA, Sciaffusa (in Svizzera, ndr)"
La visita inizia nell'enoteca, dove ci viene illustrata la storia del luogo
e della cantina
Ci spostiamo all'esterno dove iniziamo con la degustazione di un
profumatissimo Trento DOC
Un fresco spumante, a quest'ora della tarda mattinata, è davvero gradito
Fabio Scottini, il nostro "cicerone", mentre descrive le fasi di lavorazione
del Trento DOC
La platea segue interessata
La visita prosegue in vigneto, dove Scottini illustra la scelta dell'azienda
di abbandonare
gradualmente gli insetticidi chimici, ora non più impiegati. La lotta agli
insetti è condotta con
l'ausilio delle cinciallegre e dei pipistrelli (le prime "lavorano" di
giorno, i secondi la notte),
fatti nidificare nei terreni della cantina grazie al posizionamento di
diverse casette (nella
foto se ne vede una nel cerchio rosso). Il tutto con la consulenza di un
famoso ornitologo
Ogni filare, opportunamente etichettato, è composto da un vitigno diverso.
Durante la maturazione dei grappoli gli ospiti possono assaggiare l'uva per
cercare di individuarne i c.d. sentori. In testa ad ogni filare è piantato
un esem-
plare della spezia, fiore o altro vegetale il cui profumo è richiamato
dall'uva
Curiosa prospettiva dei nostri soci all'ascolto della spiegazione
Dal vigneto ci spostiamo all'interno della cantina produttiva, ultimata nel
2000 e realizzata
sotto il parcheggio e sotto il vigneto dove ci trovavamo 2 minuti prima. In
tutto sono 40 mila
metri cubi interrati, dove hanno trovato posto le migliori attrezzature che
la tecnologia ha
messo a disposizione dell'enologia. Un affascinante complesso d'acciaio e di
tubi.
Ecco alcune delle grandi botti dove avviene la vinificazione
Il brindisi del Presidente tra le botti d'acciaio
Primo piano delle tubazioni dove passa l'azoto, completamente coperte dal
ghiaccio
Nella cantina proseguiamo le degustazioni, passando ad un bianco: il Müller
Thurgau.
Scottini ha spiegato come l'azienda, nell'ottica di produrre l'uva migliore
per ogni tipo di vino,
utilizzi terreni nelle zone più vocate,
dove le caratteristiche del terreno e del microclima
favoriscono un certo tipo di vitigno. Così, ad esempio, il Müller Thurgau
viene prodotto
in Valle di Cembra, la Nosiola sulla collina di Pressano, il Teroldego nella
Piana Rotaliana
e così via. I terreni, quando non di proprietà, sono presi in affitto.
Alla salute!
Aiuto! Il Vice-Presidente è già 'mbriago perso: Andrea, non hai più il
fisico per certe cose!
Nel frattempo Kriminal Bike ha messo su due belle guancette da Heidi
Penultima tappa è la cantina storica, risalente al 1885 e realizzata,
anch'essa sottoterra,
con i caratteristici soffitti a volta. Quaggiù c'è davvero ... un fresco
cantina!
Due antiche botti in rovere
La cantina, illuminata da candele e luci soffuse, ha davvero un aspetto
suggestivo
La terza degustazione è di un rosso, il Masetto Nero. Si tratta di un
prodotto ottenuto
dall'unione di 4 vini diversi (Teroldego, Cabernet Sauvignon, Merlot e
Lagrein),
che presenta forti sentori di mirtillo e lampone.
Davvero buono!
Noi non possiamo che degustare ed ... apprezzare!
Anche le signore paiono apprezzare!
La fase finale della spiegazione, prima di lasciare la cantina storica
La suggestiva scala in pietra che riporta al livello del piano terra
La visita si conclude nell'enoteca, dove sono esposti tutti i prodotti della
Cantina Endrizzi.
Qui, oltre agli acquisti, abbiamo modo di assaggiare altri vini. Alessandra,
che esageraaaata!