La
stagione 2009 chiude alla cantina di Moser Bella pedalata sulla collina a nord di Trento, quindi la visita guidata all'azienda agricola del grande campione di Palù di Giovo. |
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La stagione 2009 di MTB si è chiusa proprio com'era cominciata: con Bici & Bicèri. Giusto sette mesi fa (era, per la precisione, il 27 marzo) i Rinco Boys davano il via al 7° anno di attività con la pedalata in Piana Rotaliana, seguita dalla visita alla Cantina Rotari; oggi pomeriggio, invece, hanno chiuso la stagione con una bella escursione sulla collina a nord di Trento, facendo poi visita all'azienda agricola di Francesco Moser, il grande campione di Palù di Giovo che dopo aver appeso la bici al chiodo si è dedicato alla viticoltura. |
Gardolo di Mezzo (TN), 23/10/2009. Si è tenuta oggi, in una
giornata non esaltante sotto il profilo meteo, l'ultima uscita
ufficiale in MTB della stagione 2009. Cielo plumbeo (a parte qualche
rarissimo sprazzo di sole), ma la temuta pioggia se n'è rimasta nei
nuvoloni neri che aleggiavano in lontananza, per cui l'escursione
d'arrivederci alla 7ª stagione di attività del Club si è potuta
disputare in tutta tranquillità. 13 i bikers al via da Trento, tra i
quali c'era anche il Pajazo, salito a sorpresa da Este (PD) in tarda
mattinata per partecipare alla pedalata. |
La prima "B": la Bici ... |
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Costeggiando l'affluente dell'Adige, attraverso le località di Spini e Ghiaie, è stato quindi raggiunto - in leggerissima salita - il ponte in legno sul torrente che scende dalla val di Cembra e che segna l'ingresso nel territorio del Comune di Lavis. |
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L'itinerario è quindi proseguito nel centro
storico della borgata lavisana, fino all'antico ponte di ferro posto
proprio all'uscita della forra dell'Avisio. Il ponte, fino a qualche
decennio fa, era utilizzato anche dalla linea ferroviaria della
Trento-Malè, che all'epoca attraversava i centri storici di tutti i
paesi toccati dal tracciato, per questo motivo assai tortuoso. Dopo
la rettifica della linea il ponte è rimasto ad utilizzo
esclusivamente viario e pedonale. |
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Dopo la breve tappa nella frazione più settentrionale di Trento, è
cominciata l'unica vera salita del percorso odierno, quella che da
San Lazzaro ha condotto fino a Camparta Alta. Un'ascesa non
lunghissima (in tutto sono circa 3 km, peraltro intervallati da
qualche breve tratto quasi pianeggiante), ma con alcune rampe dove
la pendenza schizza oltre il 15%, per superare anche il 20% in un
paio di punti. |
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Il tratto successivo è stato invece un vero e proprio "muro", con lo strumento che ha segnalato oltre il 20% di pendenza in un paio di punti, con una media dell'11,5% tra Camparta Bassa e Camparta Media. Nonostante l'autunno inoltrato e la giornata non certo caldissima, più d'uno ha affrontato la salita in mezze maniche, tant'era lo sforzo profuso per affrontare la ripida ascesa. |
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Da Camparta Media, dopo aver tirato il fiato ed aver normalizzato il battito cardiaco, si è quindi proseguito in direzione di Camparta Alta, attraversando il Rio Papa per passare sul versante destro e proseguire l'ascesa tra i vigneti che danno verso Lavis. Anche questo tratto non scherzava affatto come pendenze, con una media superiore all'11% e una rampa dove si è raggiunto il 20%. |
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A Camparta Alta, a quota 460 m. circa, è stato quindi raggiunto il punto di massima elevazione dell'itinerario. Da qui si è imboccata la stradina in falsopiano che ha condotto fino alla strada provinciale 76 "Gardolo-Lases", presso la parte alta dell'abitato di Gazzadina. La strada è stata percorsa in discesa per circa un chilometro, fino al bivio con la stradina che scende nuovamente nella valletta del Rio Papa. |
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Dopo una sosta per dare un'occhiata alla struttura di un vecchio mulino ad acqua, l'itinerario è proseguito in discesa facendo rientro a Camparta Media, con il panorama che si è riaperto sulla Valle dell'Adige e sulla Paganella. |
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Successivamente è stato quindi incontrato il primo tratto fuoristrada dell'itinerario, con una ripida discesa tra i vigneti, percorrendo con prudenza le stradine ricoperte d'erba umida e scivolosa. |
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Alla fine di questo intermezzo off- road si è sbucati sulla strada San Lazzaro-Meano e si è proseguito in salita in direzione della frazione collinare, raggiungendo in breve tempo il centro del paese. |
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Dopo aver lasciato Meano è stato quindi affrontato il secondo tratto fuoristrada, abbandonando quasi subito la strada asfaltata che raggiunge Gardolo di Mezzo per salire dapprima in mezzo al bosco, quindi tra i vigneti, su una ripidissima carrareccia con il fondo in lastre di cemento quadrettato. |
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Successivamente è stato quindi percorso un tratto dell'antica Via Claudia Augusta, la strada romana costruita per collegare Altino (nei pressi dell'odierna Venezia) con la Germania, passando per la Valsugana e la Valle dell'Adige. Attraverso l'antica strada, che in alcuni punti conserva ancora la pavimentazione in ciottolato, è stato quindi raggiunto il paese di Gardolo di Mezzo. |
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Dopo aver attraversato le strette viuzze del paesino, è stata quindi imboccata la discesa che conduce a Gardolo, incontrando, dopo circa un km, il bivio a sinistra per Maso Villa Warth, sede dell'azienda agricola Moser. Per arrivare alla cantina c'è stato bisogno di un ultimo supplemento di fatica, visto che la costruzione è stata realizzata proprio alla sommità del colle, ma - come vedremo in seguito - ne è valsa la pena! |
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La seconda "B": i Bicèri ... |
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Dopo la visita ai vigneti (che occupano 10 dei 25 ettari della tenuta di Gardolo di Mezzo), è stata la volta delle strutture di vinificazione, partendo dal punto di raccolta delle uve, passando quindi alle attrezzature per le prime lavorazioni, alle botti per l'invecchiamento, per giungere poi alla linea di imbottigliamento. Anche la Cantina Moser produce spumante Trento DOC metodo classico ed è stata visitata anche la zona dove attraverso dei macchinari computerizzati a forma di cubo, viene effettuato il cosiddetto remuage, ovvero il progressivo rovesciamento a testa in giù della bottiglia, in modo da far convergere nel collo la "feccia" prodotta dai lieviti, da dove verrà poi espulsa, previo congelamento (la c.d. "sboccatura"), prima della tappatura conclusiva. |
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Infine ci siamo accomodati in un caratteristico locale con soffitto a volta (in dialetto trentino "voltabòt"), dove la gentile Francesca ci ha servito un gradito spuntino a base di pane, formaggi e salumi e ci ha fatto degustare alcuni dei vini prodotti dall'azienda. Si è cominciato con un profumatissimo Moscato Giallo, per poi proseguire - sempre in tema di bianchi - con un ottimo Müller Thurgau, vinificato con le uve provenienti dai vigneti cembrani dell'azienda. Passando ai rossi è stato quindi assaggiato il robusto Teroldego, il Re dei rossi trentini, per finire con il Lagrein, forse il prodotto più apprezzato dell'azienda. A farci compagnia, in attesa di Francesco, c'era anche il fratello Aldo, anche lui campione delle due ruote, ma negli anni '60. |
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Non poteva mancare (sarebbe stato un po' come "andare a Roma e non vedere il Papa") l'incontro con Francesco Moser, il grande campione che dalla seconda metà degli anni '80, quando diede l'addio all'agonismo, si è dedicato assieme ai fratelli alla viticoltura. Nonostante gli impegni in campagna, "Checco" ci ha raggiunti per una breve chiacchierata e per l'immancabile foto ricordo. |
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E visto che siamo giunti in casa di un campione delle due ruote, ecco servito un cimelio davvero prezioso: la bicicletta con la quale nel 1984 Moser stabilì a Città del Messico il nuovo record dell'ora, con 51km e 151 metri percorsi in un giro di lancette. Guardandola oggi, con quel telaio in acciaio, la sella enorme, le ruote lenticolari con pannelli di legno, ci rendiamo conto che la tecnologia - in 25 anni - ha davvero fatto passi da gigante! |
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Alla fine della visita, non senza aver acquistato qualche prezioso "souvenir in bottiglia" (!), ci siamo preparati per la discesa (forse Gaspa ha un po' esagerato, sembra che debba andare a fare una rapina!), e dopo aver salutato e ringraziato Francesca per la cordialità e la gentilezza, abbiamo inforcato nuovamente le nostre MTB per fare rientro in città. |
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