La
stagione 2008 è partita dalla Valle dei Laghi Dopo la bella pedalata la visita guidata alle storiche strutture dell'Azienda Agricola Pisoni di Pergolese |
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La stagione 2008, la 6ª da quando il nostro Club - nel 2003 - vide i natali, è partita ufficialmente oggi pomeriggio con una bella tappa del programma "Bici & Bicèri". Nella Valle dei Laghi, accompagnati da un clima ormai primaverile, 16 soci (cui si è aggiunto a sorpresa anche Marco Pisoni, uno dei titolari della cantina visitata a fine pedalata) hanno affrontato un tracciato soft (25 km circa) ma molto suggestivo, che ha toccato i laghi di Santa Massenza, Toblino e Cavedine, con il divertente passaggio sul Colle del Gaggio, piccola asperità nei pressi di Pietramurata, i cui sentieri sassosi mettono sempre alla prova l'abilità di guida dei bikers. Al rientro a Pergolese bella visita alle strutture dell'Azienda Agricola e della Distilleria F.lli Pisoni, storica cantina con oltre 150 anni di vita, uno dei 7 produttori del rinomato Vino Santo Trentino DOC. Grande accoglienza, grande merenda (con degustazioni di ottimi vini bianchi e rossi, nonché dello spumante) e interessante visita guidata nelle strutture dell'azienda, dai sottotetti dove vengono appassite le uve di nosiola per il Vino Santo, alle grotte dove riposa lo spumante, alle cantine sotterranee piene di antiche botti, alla distilleria della grappa. |
Pergolese (TN), 14/03/2008. Si è tenuta oggi, in una splendida
giornata primaverile, la prima uscita ufficiale 2008, un'escursione del programma "Bici & Bicèri"
che dopo alcune grosse realtà cooperative ed una grande distilleria,
questa volta ha fatto tappa in una delle tante cantine medio-piccole
del Trentino, dove la parola d'ordine è qualità. Meta dell'escursione,
infatti, è stata l'Azienda Agricola Pisoni di Pergolese, storica
cantina che fin dal 1852, passando per diverse generazioni, offre
una gamma completa di prodotti che vanno dal rinomato Vino Santo,
allo spumante, ai vini bianchi e rossi, per concludere con le
grappe. |
La prima "B": la Bici ... |
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Dopo aver raggiunto Ponte Oliveti è stata affrontata l'unica vera (e breve!) salita della giornata, meno di un km sulla strada che sale verso Calavino, abbandonata in prossimità del primo tornante per imboccare una stradina secondaria che scende verso l'abitato di Padergnone. |
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Nel gruppo i soliti reporter (ormai specializzati nella guida della MTB con una mano sola!), ritraggono ogni momento della pedalata. Tra uno scatto e l'altro il Presidente e Taverna si trovano fianco a fianco e si ritraggono a vicenda! |
Dopo aver attraversato Padergnone, il gruppo è sceso verso il Lago di S.Massenza e l'omonima località. Nella montagna alle spalle del paese si trova la più grande centrale idroelettrica sotterranea d'Europa. Realizzata negli anni '50, la centrale di S. Massenza è alimentata con le acque dell'Adamello, trasportate fin qui attraverso un ardito sistema di condotte forzate sotterranee, per costruire le quali si è dovuto forare il Gruppo del Brenta (per portare l'acqua dalla Val Rendena al Lago di Molveno) e poi il Monte Gazza (dal Lago di Molveno alla centrale). Recentemente è stata realizzata una pista ciclabile che transita proprio sulle sponde del lago, passando a fianco dell'area recintata dell'Enel. |
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Dopo aver completato il semi-giro del piccolo specchio d'acqua, si è raggiunta località Due Laghi, così denominata perchè si trova nel punto in cui le acque del Lago di S.Massenza si riversano, attraverso uno stretto canale, nell'attiguo Lago di Toblino. Da qui è stato percorso il lungo lago in direzione sud, transitando in parte sul sentiero e in parte su caratteristiche passerelle in legno sospese sui canneti. |
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Circa a metà del lago si trova il suggestivo Castel Toblino, uno dei più bei manieri del Trentino, costruito su una piccola penisola che dalla sponda occidentale si allunga verso il centro dello specchio d'acqua. Entrati per visitare i giardini (l'interno del castello è adibito a rinomato ristorante) i Rinco ne hanno approfittato per una foto ricordo. |
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Dopo aver lasciato il castello è stata raggiunta la vicina località di Sarche, crocevia per l'Alto Garda ed il Bleggio, dove è stata imboccata la pista ciclabile "Sarca", che correndo parallela all'omonimo fiume, ha condotto fino a Pietramurata. Sulla sinistra, spruzzata di bianco dalla nevicata di inizio settimana, è visibile la Cima del Cornetto, sulle cui pendici è stata organizzata la "Ciaspolata by Night" del 18 gennaio scorso. |
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A Pietramurata è stata abbandonata la pista ciclabile per inoltrarsi sul Colle del Gaggio, un piccolo rilievo nato dalla stessa frana di origine glaciale che determinò la formazione delle c.d. "Maroche", la zona pietrosa dall'aspetto "lunare" a nord-est di Dro. Il Gaggio non spaventa certo per il dislivello, visto che ci si alza soltanto di un centinaio di metri, ma è comunque impegnativo e al contempo divertente per la tecnicità dei suoi sentieri, fatti di continui saliscendi nella boscaglia e con un fondo spesso molto sassoso, dove l'abilità di guida dei bikers viene messa alla prova. |
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Una volta raggiunta l'estremità del colle, scendendo sul versante orientale, si scorge tra i rami ancora spogli degli alberi il lago di Cavedine, l'ultimo degli specchi d'acqua toccati dal nostro giro odierno. |
Una volta abbandonato il Gaggio abbiamo percorso la strada che costeggia il Lago di Cavedine, in direzione nord, per gli ultimi tranquilli chilometri del tracciato. |
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Costeggiando il ramo artificiale del fiume Sarca che alimenta il Lago di Cavedine, abbiamo fatto rientro a Pergolese, dopo circa 25 km di pedalate. Di fronte a noi, nell'ultimo tratto del percorso, il gruppo delle Dolomiti di Brenta, anch'esse con le cime ancora imbiancate di neve. |
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La seconda "B": i Bicèri ... |
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Tra i vini che abbiamo avuto modo di assaggiare, merita una menzione, per la sua particolare storia, il S.Siro bianco. Diciamo subito che il nome non centra nulla con lo stadio di Milano. S.Siro è invece il toponimo di una collina che sovrasta l'abitato di Pergolese, dove si trova un'antica chiesetta dedicata proprio a questo Santo. Ottenuto da uve Chardonnay, Pinot Bianco e Sauvignon, il S.Siro Bianco può fregiarsi dell'appellativo di "Vino da Messa" (come riportato sul retro etichetta) a seguito del riconoscimento rilasciato dal Vescovo di Trento in data 23 luglio 1930 (vedasi la pergamena in basso a destra, n.d.r.) all'allora titolare Giulio Pisoni, nonno degli attuali gestori. |
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Dopo la merenda e le degustazioni abbiamo visitato le storiche strutture della cantina che, come recita la scritta in rame su una parete dello stabile, è stata fondata nel 1852. Si comincia dal Vino Santo, il passito ottenuto da uve di Nosiola. Sulle "arèle", i caratteristici graticci in legno, i grappoli vendemmiati a fine settembre/inizio ottobre vengono fatti appassire per sei/sette mesi, fino alla Settimana Santa, quando avviene la pigiatura (da qui il nome del vino). L'Ora del Garda, il vento che puntuale come un orologio tutti i pomeriggi si alza dal lago e spira verso nord, contribuisce ad asciugare l'uva durante l'appassimento, evitandone la marcitura. In questo periodo tutte le finestre dei locali vengono lasciate aperte. |
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Terminata la pigiatura, effettuata con un sistema ad aria compressa, inizia la fermentazione che può durare anche due-tre anni. Segue quindi la maturazione: il vino viene conservato in piccole botti di rovere, per almeno 6-8 anni. In pratica, tra la vendemmia e la messa in consumo, trascorrono ben 10 anni! Pare, però che dopo l'imbottigliamento il vino può mantenersi anche oltre i cinquant'anni. |
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Marco Pisoni ci fa assaggiare il mosto di Vino Santo appena iniziato a pigiare. Con il glucometro di Babo viene misurato il grado zuccherino: lo strumento segna 36. Pisoni ci spiega che il rapporto è di 0,65 gradi alcolici per ogni grado zuccherino. |
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La visita prosegue nella barricaia, dove i vini dell'azienda vengono affinati prima dell'imbottigliamento. Alcune botti, oramai non più utilizzate, sono addirittura dell'ottocento e recano incise le antiche unità di misura in uso nell'Impero Austro-Ungarico. |
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La visita prosegue nella grotta sotterrana dove vengono conservate le bottiglie di spumante. Scavata nella pancia della montagna, la grotta ha una temperatura naturale costante di 7-8°C. In un altro locale le bottiglie vengono poi riposte sugli appositi sostegni di legno, rivolte verso il basso, per far scendere il deposito nel collo. Con la c.d. "sboccatura", effettuata dopo aver refrigerato il collo della bottiglia, il deposito verrà quindi eliminato e si potrà procedere alla tappatura. |
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Dopo aver visitato anche la distilleria (la cantina Pisoni, oltre ai vini, allo spumante e al Vino Santo, produce anche rinomate grappe) abbiamo concluso la nostra bella giornata in valle dei Laghi, non prima di aver proceduto al rituale battesimo dei nuovi soci, entrati oggi nella grande famiglia dei Rinco Boys. Sono Claudio, detto DD, e Luca, L'Uomo Silente. Benvenuti e ... alla prossima! |
Il
tracciato del percorso riportato sulla foto dal satellite
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