Le 3 V ...
Vite, Vino e Vita: 3 V che
hanno sempre convissuto nella nostra famiglia. Da Vignaioli convinti, abbiamo
scandito i ritmi della nostra Vita rispettando e seguendo le esigenze della Vite
prima e del Vino poi.
Il nostro desiderio è di creare Vini che abbiano un’anima, che parlino di noi,
della nostra terra.
Per questo seguiamo con cura ogni singolo grappolo e le vinificazioni vengono eseguite con scrupolosa attenzione: al momento della degustazione è fondamentale che ognuno di noi assapori appieno la poesia dei nostri sensi; gustare un sorso di vino deve riuscire a risvegliare in noi le sensazioni che abbiamo dimenticato.
Diamo molta importanza all’Accoglienza; ospitare gli appassionati in Azienda, dedicando loro la nostra Attenzione ed il nostro Tempo nel visitare la Cantina, nel degustare, nel commentare … è per noi un continuo stimolo. Abbiamo partecipato al progetto “Certificazione dell’Accoglienza” sostenuto dal Movimento Turismo del Vino, ottenendo il riconoscimento delle “Cinque Foglie – Super”.
Continuando la tradizione di famiglia, gestiamo anche un piccolo Locale – Bar in cui, oltre ai nostri vini, proponiamo degustazioni di prodotti ricercati attentamente fra l’offerta del nostro territorio: salumi, … formaggi, … trote, … sapori genuini, autentici, proposti con semplicità e con cura nella tranquillità e nel verde delle nostre terre …
Cento anni di storia
All’inizio del secolo scorso, nonno Giuseppe, abbandonato Brusino, piccolo paese della Valle di Cavedine, si trasferì a Sarca, toponimo che si riferiva alla “piana” della bassa Valle dei Laghi. Grazie ad un clima particolarmente mite, le coltivazioni erano floride e la viticoltura garantiva alle famiglie il Vino, considerato un ottimo integratore della povera dieta quotidiana. Dopo la costruzione della casa e dopo la drammatica esperienza della Prima Guerra Mondiale, nonno Giuseppe avviò l’attività della cantina, vinificando le uve delle proprie terre.
Nonna Tullia affiancò l’attività del nonno, aprendo una piccola osteria. Papà Gino subentrò ed integrò l’attività, e con l’appoggio, lo stimolo e l’aiuto impareggiabile di mamma Rosanna, sviluppò l’attività acquisendo nuovi vigneti e potenziando la cantina.
Da qualche anno anche noi ragazzi, da sempre coinvolti e responsabilizzati, “siamo” l’Azienda: Tullia, tuttofare di casa, disponibile per qualsiasi lavoro, Clara, rientrata dopo un periodo di lavoro fuori casa per partecipare al “rilancio” dell’Azienda, e Giuseppe, diplomato all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, guida entusiasta ed instancabile della nostra piccola Azienda – famiglia.
Nel 2012 abbiamo celebrato i cento anni della nostra azienda.
Un giardino in mezzo ai laghi
I Vigneti, tutti di proprietà, sono situati attorno alla nostra Azienda e sulle pendici adiacenti il lago di Cavedine, nelle fratte, piccoli appezzamenti ben soleggiati e continuamente ventilati dall’Ora del Garda.
Durante tutto l’anno, con pazienza ed attenzione, seguiamo lo sviluppo della vite, intervenendo con particolari e ricercate tecniche diversificate per ogni tipo di vitigno e di sistema di allevamento al fine di ottenere uve “vere”, autentiche, curate, che sappiano trasmettere al meglio le peculiarità del vitigno.
Siamo certificati ICEA per il nostro impegno nel biologico.
Integriamo i nostri lavori con dei trattamenti biodinamici; abbiamo frequentato dei corsi, chiesto consulenze, consultato testi e colleghi per cercare di capire al meglio questo mondo, tanto grande e stimolante, che ci insegna prima di tutto ad essere più disposti all’ascolto ed al rispetto della natura, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
Con delle lavorazioni particolari al terreno, la semina di erbe selezionate, cerchiamo di riequilibrare il terreno e rendere così l’ambiente più favorevole alla vite, alla sua forza, alla sua resistenza, senza dover intervenire per modificare la spontaneità del Creato.
Il Vino Santo
E’ il vino dolce trentino per eccellenza. All’origine di questo piccolo capolavoro prodotto in Valle dei Laghi c’è un’uva a bacca bianca, autoctona, la Nosiola.
Raccolti con cura, per non schiacciarne gli acini, i grappoli di Nosiola vengono portati negli appassitoi dove riposano fino alla settimana Santa. Qui vengono distesi sulle arele, i graticci, un tempo con fondo in canne, oggi con rete metallica dalle maglie più o meno fitte, dove prende avvio il processo di appassimento che ne riduce il peso di oltre un terzo. Responsabile principale del fenomeno è la botrytis cinerea, una “muffa nobile”, che si sviluppa sugli acini provocando la dispersione dell’acqua e la concentrazione degli zuccheri. L’attività della Botrytis è favorita da particolari condizioni di temperatura e ventilazione che in Valle dei Laghi trovano un perfetto equilibrio: l’Ora del Garda, il vento pomeridiano che spira dal lago verso l’interno e il microclima temperato, dovuto alla configurazione della valle e alla presenza di tanti piccoli specchi d’acqua, offrono un contributo importante all’attività della muffa.
Durante la Settimana Santa, da cui probabilmente il nome del vino, le uve così appassite vengono sottoposte alla spremitura. Si ottiene pochissimo mosto; la fermentazione, molto lenta, si interrompe naturalmente prima che tutto lo zucchero si trasformi in alcol. A questo punto ha inizio un lungo processo di invecchiamento che porta anche ad un naturale illimpidimento.
Dopo almeno quattro anni dalla vendemmia – periodo minimo fissato dal disciplinare – avviene l’imbottigliamento: ma la maggior parte dei produttori attende pazientemente molto di più, minimo sette - otto anni, normalmente dieci. Una volta in bottiglia il Vino Santo può sfidare il tempo: i fortunati raccontano che anche dopo mezzo secolo una bottiglia ben conservata rimane sempre un’esperienza gratificate. Un vino quindi da dimenticare in cantina per riscoprirlo piacevolmente dopo molti anni.