Uscita "B & B" d'autunno- stagione 2014
Azienda Agricola ZENI

   
             

Con la tappa autunnale di Bici & Bicèri, disputata stamane nella Piana Rotaliana (con visita all'Azienda Agricola ZENI di Grumo-San Michele all'Adige), si è chiusa oggi la stagione sportiva n° 12 dei Rinco Boys. Mattinata luminosa anche se fredda (+2°C alla partenza!), poi - però - appena spuntato il sole, la temperatura è tornata "umana". Ora appuntamento a sabato 29/11 per il Gran Galà.

22/11/2014 - La stagione 2014, la dodicesima di attività del nostro gruppo, si è chiusa stamane, almeno per quanto riguarda la parte sportiva, con la tappa autunnale di Bici & Bicèri, disputata in Piana Rotaliana. Mai finora, ci si era spinti così avanti per un'uscita bike, ma quest'anno, complici i numerosi rinvii e sostituzioni di date a causa del meteo "ballerino" ... siamo andati lunghi! E che siamo in autunno inoltrato se ne sono accorti i 13 temerari presentatisi oggi a Grumo, quando il termometro, attorno alle 9:00 del mattino, segnava solamente +2° C ! Decisamente meglio è andata nel corso della mattinata, dopo che il sole si è alzato da dietro il Monte Corona, irradiando con il suo tepore l'intero Campo Rotaliano.

Decisamente tranquilla la pedalata - di circa 20 km - disputata fra le 9:00 e le 11:00 su un tracciato che si è sviluppato tra i vigneti di Teroldego, lungo gli argini del torrente Noce e dei canali irrigui, su stradine interpoderali nonché fra i vicoletti dei centri storici (alla partenza da Grumo e durante il passaggio per Mezzocorona).

A seguire - dopo il rientro a Grumo - c'è stata la visita all'Azienda Agricola ZENI, una delle tante "piccole realtà" del mondo dei vignaioli, dove alla quantità si preferisce la qualità. L'azienda affonda le sue radici nella fine dell'800, quando il Trentino era ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico e Roberto Zeni, nonno degli attuali gestori (Andrea e Roberto), ottenne la licenza di aprire un'osteria nei pressi del ponte sull’Adige. Dopo l'interessante visita nei locali della cantina e della distilleria, c'è stata la degustazione di alcuni dei prodotti dell'azienda, accompagnati da un ricco ristoro. Ecco i dettagli ...

 

La prima "B": la Bici ...

 
Il tracciato - di circa 20 km - si sviluppava interamente nel c.d. "Campo Rotaliano", ovvero il leggero conoide alluvionale formato dal torrente Noce una volta uscito dalla gola della Rocchetta. Un tempo (fino a metà dell'800 circa), il torrente tagliava in due la Piana Rotaliana, andando a confluire nell'Adige proprio vicino a Grumo che, non a caso, era stato costruito su tre collinette, per mettersi al riparo dalle frequenti esondazioni.


La carta "Atlas Tyrolensis" (atlante del Tirolo), risalente alla fine del '700. Qui il Noce è riportato nel suo tracciato originale,
che si innestava "a T" nei pressi di Grumo. Nel 1852 avvenne la deviazione (percorso azzurro), con la costruzione degli argini

Quelle esondazioni del passato, però, sono state la fortuna di coloro che a partire dalla metà del 19° secolo si sono dedicati alla viticoltura, trovando in questa zona dei terreni alluvionali ricchissimi di minerale e mescolati con ciottoli e ghiaia, il sub-strato ideale per la coltivazione della vite.
La partenza - attorno alle 9:00 - è avvenuta proprio da Grumo, sede dell'azienda agricola Zeni, ubicata a due passi dal fiume Adige. Da lì si è attraversata la parte vecchia del paese, per poi imboccare l'argine sinistro della c.d. "Fossa grande", il canale maestro del sistema irriguo realizzato durante la bonifica atesina dell'800, a servizio dell'agricoltura della Valle dell'Adige. Proseguendo sulla strada arginale, che è sterrata nel primo tratto ed erbosa nel secondo, si è arrivati nelle campagne a nord di Mezzocorona, poco prima di imboccare la chiusa di Salorno, punto più settentrionale dell'itinerario. Da qui si è virato verso ovest, raggiungendo il paese di Mezzocorona, dove è stato fatto un breve tour fra i vicoletti della parte vecchia del paese, posta ridosso del monte. Dalla piazza si è quindi saliti verso il dosso dove si trova la casa di riposo e dove si può godere di un bel panorama sugli ordinati vigneti sottostanti. Il gruppo ha quindi proseguito il suo tour in direzione di Mezzolombardo, attraversando il torrente Noce sul ponte ciclabile della Posina. Da qui si è proseguito sul percorso ciclabile che si trova sulla destra orografica, scendendo poi in riva al corso d'acqua, in un suggestivo paesaggio fluviale (con tanto di guado, tanto per non farci mancare nulla!). Proseguendo verso sud - sempre pedalando sull'argine erboso in destra Noce - si è arrivati fino al ponte della Rupe, dove è stata compiuta una sorta di inversione ad U, passando sulla sponda opposta e rientrando verso nord.
Una volta arrivati fin quasi all'intersezione con la statale della Val di Non, è stato abbandonato l'argine del Noce, scendendo nei vigneti di Teroldego per percorrere un bell'anello fra i campi, spingendosi fino ai confini con i comuni di Zambana e Lavis, per poi ritornare verso nord. Arrivati a Grumo, l'ultima parte dell'itinerario ha portato i nostri biker lungo l'Adige, dapprima sulla pista ciclabile, poi su un tracciato sterrato a ridosso del fiume che è sbucato proprio sotto il ponte ciclabile di San Michele, dove si è risaliti sulla strada arginale, per chiudere il percorso in via Stretta, dove si trova la cantina Zeni.
 
 
....La mappa
(clicca sull'immagine per accedere al tracciato sulle dettagliate mappe di OpenMTB)

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La panoramica 3D

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L'altimetria

 

 

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................... scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

Le foto della pedalata

Vista panoramica di San Michele (oltre l'Adige) e della frazione di Grumo (in primo piano)
 
Ci ritroviamo poco prima delle 9:00 nel piazzale della cantina Zeni, a Grumo
 
Alle 9:00 si parte, con una temperatura attorno ai 2° C !
 
Attraversiamo il centro storico di Grumo, costruito su un piccolo colle
 
Usciamo dal paese
 
Il Camoscio della Sila chiacchiera con Max
 
Da Grumo imbocchiamo la strada arginale della "fossa grande"
 
Pedaliamo in direzione nord, sul comodo sterrato
 
Il canale fa parte dei lavori di bonifica agraria di fine '800, che interessò l'intera valle dell'Adige
 
Una sosta sul ponte in pietra
 
Sulla chiave di volta è incisa la data di costruzione: 1883
 
Proseguiamo verso nord, mentre il sole si è alzato e la temperatura inizia a diventare più "umana"
 
Questo secondo tratto di argine è con fondo erboso
 
Un'occhiata al Brenta, che si presenta già in veste invernale
 
Arriviamo al ponte successivo, nelle campagne a nord di Mezzocorona
 
La lingua d'argento della  "Fossa maestra"
 
Proseguiamo in direzione di Mezzocorona, che si vede sullo sfondo davanti a noi
 
Alle nostre spalle si vede la "chiusa di Salorno", il punto di confine fra il Trentino e l'Alto Adige
 
Entriamo in paese
 
Qui ci divertiamo un po' a scorazzare nei vicoletti del centro storico
 
Pedaliamo fra le antiche case in pietra
 
Oggi non ci sono salite, ma le pochissime rampe sono ... toste!
 
Come ràmpega il Camoscio ...
 
Raggiunto il punto più alto del centro storico, iniziamo a scendere
 
Arriviamo in piazza
 
Facciamo una sosta davanti alla bella chiesa di S.Maria Assunta
 
 

La Piazza di Mezzocorona: cambiano i governi, cambia il nome ...


fino al 1918

dal 1918 al 1945

dal 1945

 

 
Riprendiamo la pedalata, salendo verso il piccolo rilievo che domina il paese
 
Su una casa, ecco questa targa con il nome di "Mezzotedesco", che il paese ebbe fino al 1902, quando il
Ministero dell'Interno di Vienna concesse il cambiamento in "Mezocorona", con la corrispondente forma
tedesca di "Kronmetz". La seconda Z, che trasformò il nome in "Mezzocorona", comparve nel 1924.
 
Arriviamo sulla sommità del piccolo rilievo, dove si trova la casa di riposo
 
Da qui si gode di un bel panorama sui vigneti sottostanti
 
Iniziamo la discesa
 
Ci dirigiamo verso la ciclabile lungo il torrente Noce. Alle nostre spalle, sulla parete rocciosa, si
scorge l'antico castello di San Gottardo, che fu la prima residenza della famiglia dei Conti Firmian
 

Il castello venne costruito in una fenditura naturale della roccia, in una posizione molto ben difendibile
 
Una tipologia costruttiva che ricorda quella dei pueblos, gli insediamenti dei nativi americani
 
Sotto Castel San Gottardo c'è Castel Firmian, dove la famiglia si spostò nel 1480
 

Imbocchiamo la ciclabile lungo il Noce
 
Raggiungiamo il ponte ciclopedonale della Posina
 
Qui attraversiamo il torrente, entrando nel Comune di Mezzolombardo
 
Passiamo sull'argine opposto, in destra Noce
 
Percorriamo un tratto del percorso ciclopedonale
 
Più avanti scendiamo dall'argine verso la riva del torrente
 
Il Noce, dopo le piogge delle ultime settimane, è bello gonfio
 
Imbocchiamo il bel sentiero che costeggia il corso d'acqua
 
Pedaliamo in un suggestivo ambiente fluviale
 
Anche oggi un guado? Vabbè dai, questo è facile !
 
   
Se poi prendi una bella rincorsa ... lo puoi fare anche in sella!
 
Ed ecco Giro con le ruote belle pulite ...
 
La nostra pedalata prosegue lungo l'argine erboso
 
Queste enormi bottiglie stilizzate in metallo, ricordano ai passanti che ci
troviamo nel "Campo Rotaliano", la patria del vino Teroldego Rotaliano DOC
 
Arriviamo all'intersezione con la SS della Val di Non: noi ci passeremo sotto
 
Dopo il passaggio sotto il ponte, risaliamo sull'argine destro del Noce
 
Imbocchiamo la strada arginale (anche qui su erba), in direzione della Rupe
 
Alla nostra destra, i campi di Teroldego ormai tinti di giallo
 
Alla nostra sinistra, il Noce che scorre impetuoso verso sud
 
Proseguiamo sull'argine per un paio di km
 
Arriviamo al ponte della Rupe
 
Qui passiamo sulla sponda opposta
 
Imbocchiamo la strada arginale in sinistra Noce, che in questo caso è sterrata
 
Anche da questo lato, gli ordinati vigneti dominano il panorama
 
Ora il sole è alto è la temperatura si è fatta davvero gradevole

Proseguiamo la nostra pedalata fin quasi a ritornare all'intersezione con la SS 43
 
Una breve sosta al bivio
 
Qui si lascia l'argine e si scende nei campi
 
Ora la pedalata proseguirà in mezzo ai vigneti
 
Lo spettacolo dei colori d'autunno
 
Imbocchiamo una stradina interpoderale
 
Proseguiamo in direzione sud
 

Si pedala tranquillamente, ad un ritmo cicloturistico
 
Un ponticello in legno sopra un piccolo canale irriguo
 
Arriviamo fino ai confini con i comuni di Lavis e Zambana
 
Quando la strada termina, si prosegue fra le vigne !
 
Raggiunto il punto più a sud dell'itinerario, si ritorna verso Grumo
 
Ritorniamo sulla strada asfaltata


Il passaggio sotto la ferrovia del Brennero

 
All'intersezione con la Trento-Malè, invece, c'è il passaggio a livello: chiuso!
 
Da Grumo, prima di rientrare alla cantina, imbocchiamo un'altra stradina fra i vigneti
 
Ci dirigiamo ancora verso sud
 
La strada si snoda fra i campi, seguendone i confini
 
Ancora i colori dell'autunno
 
Raggiungiamo la pista ciclabile lungo l'Adige
 
Proseguiamo per un breve tratto in direzione sud
 
L'ombra del Presidente ...
 
Raggiungiamo l'imbocco di una stradina arginale del fiume
 
Imbocchiamo lo sterrato, ritornando verso nord
 
Qui si pedala ad un passo dall'Adige
 
Landini si diverte a scorazzare nell'erba
 
Passiamo a fianco dei possenti muri arginali in pietra, costruiti dagli austriaci a metà '800 e poi rialzati
 
Il ponte ferroviario della linea del Brennero
 
In questo punto, durante le forti piogge delle scorse settimane, l'Adige ha raggiunto il prato,
come si può notare dalla sabbia depositata sopra l'erba dopo il ritiro delle acque
 
Passiamo sotto il ponte, nel punto in cui la strada si avvicina maggiormente al fiume
 
Grumo è di nuovo all'orizzonte ...
 
Arriviamo sotto il ponte ciclopedonale
 
Una struttura in acciaio dal design molto accattivante
 
Qui si risale sull'argine
 
Ritorniamo sulla pista ciclabile
 
San Michele, dall'altro lato del fiume
 
Il Presidente indica la via: per gli assaggi di qua!
 
Arrivati alla cantina
 
Ora riponiamo le bici, ci aspetta la seconda "B" del programma Bici & ... Bicèri !
 
 
 

La seconda "B": i Bicèri ...

Dopo aver lasciato le nostre MTB, ci buttiamo con piacere nella 2ª parte del programma B&B. La seconda B, infatti, sta per Bicèri e così, dopo la "fatica" in sella, arriva l'atteso e gradito momento eno-gastronomico. Ad attenderci, davanti alla cantina, c'è Roberto Zeni, uno dei due fratelli che rappresentano la 3ª generazione dell'azienda agricola fondata dal nonno (anche lui Roberto) nel 1882, quando ottenne dalla autorità rappresentanti nel Sud-Tirolo l’Imperatore d’Austria (Francesco Giuseppe I), la licenza di aprire un'osteria nei pressi del ponte sull’Adige.
Il sig. Zeni racconta di come nel 1975, finiti gli studi, l’idea di sviluppare l’attività vitivinicola del padre Romano si concretizzò e lui e il fratello Andrea fondarono due nuove società: l’Azienda Agricola R. Zeni e la Distilleria Zeni.

Zeni ci accompagna quindi a visitare le strutture della cantina, spiegando come gli spazi siano ormai un po' ristretti nell'antica sede di via Stretta a Grumo e che ci sarebbe un progetto (bloccato però dalla burocrazia ...) per una nuova e capiente struttura in località Maso Nero, sulla collina di Lavis, dove l'azienda ha acquistato un podere nel 1988.
Si visitano dapprima la zona di conferimento, dove l'uva entra in azienda dopo la vendemmia, quindi le zone dove avvengono le fasi successive della lavorazione: la pigiatura (con sistema ad aria), la fermentazione (che avviene nei grandi fusti d'acciaio), l'affinamento in barrique (per alcuni vini), fino all'imbottigliamento e alla preparazione per la spedizione o la vendita del prodotto.
Dopo la cantina visitiamo anche la piccola distilleria, dove le vinacce fresche vengono trasformate in grappa, attraverso il procedimento della distillazione a bagno maria. Zeni ci mostra l'alambicco, lo strumento che consente la distillazione e che è costituito da una grossa pentola ermetica (la caldaia) dove vengono messe le vinacce (2/3) e dell'acqua (1/3). Il calore porta ad ebollizione il contenuto della caldaia, sviluppando così i vapori alcoligeni, che si indirizzano - attraverso una tubazione - nella colonna deflemmatrice, dove il prodotto alcolico viene concentrato attraverso una separazione dall'acqua. Infine i vapori di alcol vengono fatti passare nelle serpentine, dove la bassa temperatura consente la trasformazione da stato vaporoso a liquido, ottenendo così la grappa. L'ultima fase è la separazione della c.d. "testa" e della c.d. "coda" (le parti non buone del distillato), lasciando solo il "cuore", ovvero il prodotto utilizzabile. 
Dopo la visita alle strutture produttive ci siamo quindi trasferiti al piano superiore, nella zona accoglienza, dove ad attenderci c'erano anche i figli di Roberto Zeni (la 4ª generazione in azienda) e dove abbiamo potuto degustare alcuni dei prodotti della cantina Zeni, assieme ad un vasto repertorio di salumi e formaggi tipici.
La degustazione è iniziata con l'Arlecchino, un vivace e profumato spumante ottenuto con metodo Martinotti (più conosciuto come metodo Charmat), da uve Nosiola, affinato 10 mesi sui lieviti. Quindi è stata la volta del Rossara, un antico vitigno autoctono del Campo Rotaliano, coltivato fin dalla metà dell'800 e che era quasi scomparso, al pari di tanti altri vitigni autoctoni trentini, soppiantati dall'avvento dei c.d. vitigni internazionali. Dopo il Rossara, che può essere definito una sorta di progenitore della Schiava, si è passati al Teroldego Rotaliano, il "principe dei vini rossi trentini", dal caratteristico colore rosso scuro e dai profumi che ricordano la mora e il lampone, nonchè al Pinot Grigio ramato, dal bel colore che ricorda appunto il rame e dal profumo di pera matura.  La degustazione si è chiusa con un ottima grappa di moscato rosa, accompagnata da alcuni dolci fatti in casa!


Ecco - ad ogni modo - le immagini della visita in cantina e della degustazione .

 

Le foto della visita


Roberto Zeni inizia il racconto della storia dell'azienda


Iniziamo il percorso nelle zone dove avvengono le varie fasi produttive, iniziando dal conferimento dell'uva


Camminiamo fra i fusti d'acciaio dove viene riposto il mosto per la fermentazione


I grandi fusti luccicanti


All'interno ci sono anche le barrique in legno, dove alcuni vini vengono affinati


La macchina per la pigiatura, che avviene gonfiando una membrana presente all'interno del cilindro


Passiamo da un locale all'altro


Anche qui convivono acciaio e legno


Zeni prosegue nella sua interessante esposizione


In questa zona i fusti riposano al buio, con delle candeline che creano un suggestivo ambiente


Passiamo alla zona imbottigliamento


Ci viene spiegato il funzionamento della macchina, dove le bottiglie vengono lavate, poi riempite e tappate


Alcune ceste di spumante Trentodoc, in fase di maturazione sui lieviti


Torniamo nel cortile,prima dell'ultima zona da visitare


Ora entriamo nella distilleria


Qui arrivano le vinacce fresche, subito dopo la pigiatura, per essere trasformate in grappa


La colonna deflemmatrice dell'alambicco, dove avviene la concentrazione dell'alcol


Zeni ci mostra dove la grappa fuoriesce, dopo che gli alcoli sono passati dallo stato gassoso a quello liquido


Dopo la visita dell'azienda, saliamo al primo piano, nella zona accoglienza


E' stata preparata anche la proiezione di alcune slide


Le tovagliette sono personalizzate, con l'indicazione dei vini che andremo a degustare


Ci viene mostrata la zona di Maso Nero, sulla collina di Lavis, dove l'azienda possiede un podere di 12 ettari


Iniziamo la degustazione con l'Arlecchino, spumante prodotto con metodo Martinotti, da uve Nosiola


La figlia di Roberto Zeni inizia a servire questo profumato e vivace vino spumante


Camoscio, se hai l'occhietto così dopo lo spumante, alla fine che fai? Ti sdrai per terra?


Siccome bere a stomaco vuoto non è consigliato, ecco uno splendido buffet di formaggi e slaumi


Della serie: "Piatto ricco, mi ci ficco!"


Passiamo ai vini fermi, cominciando da un vino storico, ovvero il Rossara, ottenuto da un vitigno autoctono
dell'800, che era pressoché scomparso. Il Rossara può essere considerato il progenitore della Schiava


Seguiamo le spiegazioni sulle caratteristiche dei prodotti


(Ab)buffet bis ...

 
Questo è proprio un belvedere ...


Passiamo al Teroldego, il vino per eccellenza della Piana Rotaliana


Dorty mentre degusta il vino dal tipico colore rosso scuro


Panoramica della tavolata


C'è anche un bell'orzetto caldo


Primo piano di Giro


Il Presidente brinda col Camoscio


Brinda anche Max


Roberto Zeni ci ha fatto compagnia  a tavola


Chiudiamo con una bella grappa di Moscato rosa, accompagnata da dolci fatti in casa


Beh, che dire, ci siamo trovati davvero bene !


Scendiamo in cortile per riprendere le nostre MTB. Bella giornata, bella azienda, ottima degustazione!


Alla salute e alla prossima!

 

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