Uscita "B & B"
d'autunno- stagione 2014
Azienda Agricola ZENI
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22/11/2014 - La stagione 2014, la dodicesima di attività del nostro gruppo, si è chiusa stamane, almeno per quanto riguarda la parte sportiva, con la tappa autunnale di Bici & Bicèri, disputata in Piana Rotaliana. Mai finora, ci si era spinti così avanti per un'uscita bike, ma quest'anno, complici i numerosi rinvii e sostituzioni di date a causa del meteo "ballerino" ... siamo andati lunghi! E che siamo in autunno inoltrato se ne sono accorti i 13 temerari presentatisi oggi a Grumo, quando il termometro, attorno alle 9:00 del mattino, segnava solamente +2° C ! Decisamente meglio è andata nel corso della mattinata, dopo che il sole si è alzato da dietro il Monte Corona, irradiando con il suo tepore l'intero Campo Rotaliano.
Decisamente tranquilla la pedalata - di circa 20 km - disputata fra le 9:00 e le 11:00 su un tracciato che si è sviluppato tra i vigneti di Teroldego, lungo gli argini del torrente Noce e dei canali irrigui, su stradine interpoderali nonché fra i vicoletti dei centri storici (alla partenza da Grumo e durante il passaggio per Mezzocorona).
A seguire - dopo il rientro a Grumo - c'è stata la visita all'Azienda Agricola ZENI, una delle tante "piccole realtà" del mondo dei vignaioli, dove alla quantità si preferisce la qualità. L'azienda affonda le sue radici nella fine dell'800, quando il Trentino era ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico e Roberto Zeni, nonno degli attuali gestori (Andrea e Roberto), ottenne la licenza di aprire un'osteria nei pressi del ponte sull’Adige. Dopo l'interessante visita nei locali della cantina e della distilleria, c'è stata la degustazione di alcuni dei prodotti dell'azienda, accompagnati da un ricco ristoro. Ecco i dettagli ...
La prima "B": la Bici ...
La carta "Atlas
Tyrolensis" (atlante del Tirolo), risalente alla fine del '700.
Qui il Noce è riportato nel suo tracciato originale,
che si innestava "a T" nei pressi di Grumo. Nel 1852 avvenne la
deviazione (percorso azzurro), con la costruzione degli argini
....La
mappa (clicca sull'immagine per accedere al tracciato sulle dettagliate mappe di OpenMTB) |
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La panoramica 3D
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L'altimetria
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Le foto della pedalata
La Piazza di Mezzocorona: cambiano i governi, cambia il nome ... |
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fino al 1918 |
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dal 1918 al 1945 |
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dal 1945 |
Il passaggio sotto la ferrovia del
Brennero
La seconda "B": i Bicèri ...
Dopo aver
lasciato le nostre MTB, ci buttiamo con piacere nella 2ª parte del
programma
B&B. La seconda B, infatti, sta per Bicèri e così, dopo la
"fatica" in sella,
arriva l'atteso e gradito momento eno-gastronomico. Ad attenderci, davanti
alla cantina, c'è
Roberto Zeni, uno dei due fratelli che rappresentano la 3ª
generazione dell'azienda agricola fondata dal nonno (anche lui
Roberto) nel 1882,
quando ottenne dalla autorità rappresentanti nel Sud-Tirolo
l’Imperatore d’Austria (Francesco Giuseppe I), la licenza di aprire
un'osteria nei
pressi del ponte sull’Adige.
Il sig. Zeni racconta di come nel 1975, finiti gli studi,
l’idea di sviluppare l’attività vitivinicola del padre Romano si concretizzò e
lui e il fratello Andrea fondarono due nuove società: l’Azienda Agricola R. Zeni e la
Distilleria Zeni.
Zeni ci accompagna quindi a
visitare le strutture della cantina, spiegando come gli spazi siano
ormai un po' ristretti nell'antica sede di via Stretta a Grumo e che
ci sarebbe un progetto (bloccato però dalla burocrazia ...) per una
nuova e capiente struttura in località Maso Nero, sulla collina di
Lavis, dove l'azienda ha acquistato un podere nel 1988.
Si visitano dapprima la zona di conferimento, dove l'uva entra in
azienda dopo la vendemmia, quindi le zone dove avvengono le fasi
successive della lavorazione: la pigiatura (con sistema ad aria), la
fermentazione (che avviene nei grandi fusti d'acciaio),
l'affinamento in barrique (per alcuni vini), fino
all'imbottigliamento e alla preparazione per la spedizione o la
vendita del prodotto.
Dopo la cantina visitiamo anche la piccola distilleria, dove le
vinacce fresche vengono trasformate in grappa, attraverso il
procedimento della distillazione a bagno maria. Zeni ci mostra
l'alambicco, lo strumento che consente la distillazione e che è
costituito da una grossa pentola ermetica (la caldaia) dove vengono
messe le vinacce (2/3) e dell'acqua (1/3). Il calore porta ad
ebollizione il contenuto della caldaia, sviluppando così i vapori
alcoligeni, che si indirizzano - attraverso una tubazione - nella
colonna deflemmatrice, dove il prodotto alcolico viene concentrato
attraverso una separazione dall'acqua. Infine i vapori di alcol
vengono fatti passare nelle serpentine, dove la bassa temperatura
consente la trasformazione da stato vaporoso a liquido, ottenendo
così la grappa. L'ultima fase è la separazione della c.d. "testa" e
della c.d. "coda" (le parti non buone del distillato), lasciando
solo il "cuore", ovvero il prodotto utilizzabile.
Dopo la visita alle strutture produttive ci siamo quindi
trasferiti al piano superiore, nella zona accoglienza, dove ad
attenderci c'erano anche i figli di Roberto Zeni (la 4ª generazione
in azienda) e dove abbiamo potuto degustare alcuni dei prodotti
della cantina Zeni, assieme ad un vasto repertorio di salumi e
formaggi tipici.
La degustazione è iniziata con l'Arlecchino, un vivace e profumato
spumante ottenuto con metodo Martinotti (più conosciuto come metodo
Charmat), da uve Nosiola, affinato 10 mesi sui lieviti. Quindi è
stata la volta del Rossara, un antico vitigno autoctono del Campo
Rotaliano, coltivato fin dalla metà dell'800 e che era quasi
scomparso, al pari di tanti altri vitigni autoctoni trentini,
soppiantati dall'avvento dei c.d. vitigni internazionali. Dopo il
Rossara, che può essere definito una sorta di progenitore della
Schiava, si è passati al Teroldego Rotaliano, il "principe dei vini
rossi trentini", dal caratteristico colore rosso scuro e dai profumi
che ricordano la mora e il lampone, nonchè al Pinot Grigio ramato,
dal bel colore che ricorda appunto il rame e dal profumo di pera
matura. La degustazione si è chiusa con un ottima grappa di
moscato rosa, accompagnata da alcuni dolci fatti in casa!
Ecco - ad ogni modo - le immagini della visita in cantina e della degustazione .
Le foto della visita
Roberto Zeni inizia il racconto della storia dell'azienda
Iniziamo il percorso nelle zone dove avvengono le varie fasi
produttive, iniziando dal conferimento dell'uva
Camminiamo fra i fusti d'acciaio dove viene riposto il mosto per la
fermentazione
I grandi fusti luccicanti
All'interno ci sono anche le barrique in legno, dove alcuni
vini vengono affinati
La macchina per la pigiatura, che avviene gonfiando una membrana
presente all'interno del cilindro
Passiamo da un locale all'altro
Anche qui convivono acciaio e legno
Zeni prosegue nella sua interessante esposizione
In questa zona i fusti riposano al buio, con delle candeline che
creano un suggestivo ambiente
Passiamo alla zona imbottigliamento
Ci viene spiegato il funzionamento della macchina, dove le bottiglie
vengono lavate, poi riempite e tappate
Alcune ceste di spumante Trentodoc, in fase di maturazione sui
lieviti
Torniamo nel cortile,prima dell'ultima zona da visitare
Ora entriamo nella distilleria
Qui arrivano le vinacce fresche, subito dopo la pigiatura, per
essere trasformate in grappa
La colonna deflemmatrice dell'alambicco, dove avviene la
concentrazione dell'alcol
Zeni ci mostra dove la grappa fuoriesce, dopo che gli alcoli sono
passati dallo stato gassoso a quello liquido
Dopo la visita dell'azienda, saliamo al primo piano, nella zona
accoglienza
E' stata preparata anche la proiezione di alcune slide
Le tovagliette sono personalizzate, con l'indicazione dei vini che
andremo a degustare
Ci viene mostrata la zona di Maso Nero, sulla collina di Lavis, dove
l'azienda possiede un podere di 12 ettari
Iniziamo la degustazione con l'Arlecchino, spumante prodotto con
metodo Martinotti, da uve Nosiola
La figlia di Roberto Zeni inizia a servire questo profumato e vivace
vino spumante
Camoscio, se hai l'occhietto così dopo lo spumante, alla fine che
fai? Ti sdrai per terra?
Siccome bere a stomaco vuoto non è consigliato, ecco uno splendido
buffet di formaggi e slaumi
Della serie: "Piatto ricco, mi ci ficco!"
Passiamo ai vini fermi, cominciando da un vino storico, ovvero il
Rossara, ottenuto da un vitigno autoctono
dell'800, che era pressoché scomparso. Il Rossara può essere considerato il
progenitore della Schiava
Seguiamo le spiegazioni sulle caratteristiche dei prodotti
(Ab)buffet bis ...
Questo è proprio un belvedere ...
Passiamo al Teroldego, il vino per eccellenza della Piana
Rotaliana
Dorty mentre degusta il vino dal tipico colore rosso scuro
Panoramica della tavolata
C'è anche un bell'orzetto caldo
Primo piano di Giro
Il Presidente brinda col Camoscio
Brinda anche Max
Roberto Zeni ci ha fatto compagnia a tavola
Chiudiamo con una bella grappa di Moscato rosa, accompagnata da
dolci fatti in casa
Beh, che dire, ci siamo trovati davvero bene !
Scendiamo in cortile per riprendere le nostre MTB. Bella giornata,
bella azienda, ottima degustazione!
Alla salute e
alla prossima!
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