Uscita "B & B" di primavera - stagione 2014
Cantina Roverè della Luna


   

 


 

 

 

 

 




   
 

MTB: partenza con Festival ... del buco!

E' iniziata stamattina, a cavallo fra Trentino ed Alto Adige, la stagione 2014 delle due ruote. Una partenza davvero tribolata, visto che a metà itinerario ben 5 forature, una appresso all'altra, hanno bloccato il gruppo per oltre mezzora complessiva: alla fine il tracciato è stato tagliato di 4 km per non ritardare troppo l'arrivo! Dopo la pedalata, la consueta visita con degustazione, questa volta alla cantina di Roverè della Luna.


 

15/03/2014 - Speriamo che il detto "Il buon giorno si vede dal mattino" non trovi conferma, perchè se così sarà, prepariamoci ad un'annata di pezòte, pompe e camere d'aria! Sono state ben 5, infatti, le forature che hanno caratterizzato l'uscita d'avvio della stagione 2014 sulle due ruote, cominciata stamattina a Roverè della Luna con una pedalata di circa 20 km tra i vigneti, nella zona a cavallo fra Trentino ed Alto Adige.

Sfortunati protagonisti sono stati il New-Rinco Beppe, poi il Camoscio della Sila (addirittura due volte!), Max (con la city-bike) e, da ultimo, Briz, al quale si è addirittura tagliato il copertone. Una serie di sfortunati episodi che nulla hanno a che vedere con il mitico "pomeriggio delle spine", ovvero il Bici & Bicèri della primavera 2009 in Piana Rotaliana, quando lungo l'argine del Noce, passando nei pressi di diversi cespugli di rovi, furono ben 12 le forature complessive! Stavolta niente rovi, ma solo tanta sfortuna (magari qualche sassolino appuntito beccato in pieno) ma anche, in qualche caso, l'andarsela a cercare, come ad esempio fare 10 volte le scale della chiesa in bici, torturando le camere d'aria sugli spigoli di porfido dei gradini ...

Ad ogni modo, a causa delle continue soste per le riparazioni, la tabella di marcia è stata sforata in maniera clamorosa, tanto che alla fine si è dovuto operare un taglio al tracciato, eliminando la parte sud del percorso (circa 4 km che avrebbero portato fin quasi a Mezzocorona, prima di tornare verso nord), per concludere la pedalata dopo soli 20 km, verso le 11:30. 

A seguire - guidati dal direttore, l'enologo Corrado Gallo - c'è stata la visita alla Cantina Sociale di Roverè della Luna, storica realtà cooperativa risalente al 1919, che ha fatto un punto di forza della sua collocazione in una zona a cavallo fra le due province, andando ad offrire sia prodotti trentini che altoatesini, grazie alle diverse provenienze delle uve conferite dai soci. La visita si è conclusa con un ristoro e degustazione. Ecco i dettagli ...

 

La prima "B": la Bici ...

 
Il tracciato si sviluppava nella zona della val d'Adige a cavallo fra il Trentino e l'Alto Adige/Südtirol. Il gruppo - composto da circa 290 bikers - è partito attorno alle 9:15 dalla cantina di Roverè della Luna, in via IV Novembre. Dopo aver lasciato il paese, i Rinco si sono diretti verso nord, imboccando la SP 90 "del Vino". Poco dopo è avvenuto lo "sconfinamento" in Alto Adige (nel comune di Magrè) e per un altro tratto si è proseguito sulla strada asfaltata. In corrispondenza di un ponte sul canale irriguo, il gruppo ha lasciato la provinciale entrando nelle campagne, per proseguire sempre in direzione nord, ma su uno sterrato in mezzo ai frutteti. Poco più a nord è stato raggiunto il paese di Magrè sulla Strada del Vino che, al pari di Roverè della Luna, è costruito su un conoide all'uscita da una piccola valle scavata da un rio, a ridosso della parete rocciosa nella parte occidentale della valle dell'Adige. Dopo un breve tour nel centro storico del paese della Bassa Atesina, si è quindi scesi verso la piana, passando in alcuni frutteti e raggiungendo così Cortina sulla Strada del Vino (fino a qualche anno fa Cortina all'Adige). Anche qui è stato attraversato il centro del piccolo paese (molto caratteristica la chiesa, ndr) e qui sono cominciati i primi inconvenienti tecnici, con le gomme di Beppe e del Camoscio della Sila che dopo aver fatto i brillanti sulla scalinata della chiesa si sono improvvisamente afflosciate, evidentemente "pizzicate" dagli spigoli in porfido dei gradoni. Pit-stop obbligato, poi ripartenza ed ecco che dopo nemmeno pochi metri altre due forature: prima Max (che aveva la city-bike e potrebbe aver forato sugli sterrati), poi di nuovo il Camoscio della Sila (e al riguardo qualcuno insinua che in occasione della prima riparazione avrebbe utilizzato una camera d'aria forata e riparata con la classica pezòta, evidentemente non ben incollata ...). Altra sosta obbligata, poi finalmente la ripartenza, per raggiungere il vicino fiume Adige. Per qualche chilometro si è quindi pedalato in direzione sud, rimanendo sull'argine sterrato del fiume, fino a lambire il paese di Salorno, ubicato nella parte orientale della valle. E qui, ecco il 5° buco, con la gomma tubeless di Briz tagliata probabilmente da un sasso appuntito (o da una scheggia di vetro, o altri oggetti appuntiti). Altra sosta, con il ritardo sulla tabella di marcia che nel frattempo si era fatto clamoroso, per cui si è optato per un taglio del tracciato. Un chilometro a sud di Salorno, dopo aver abbandonato l'argine fluviale per tornare nella campagne, si è puntato dritto verso Roverè, evitando la parte più meridinale del tracciato, che avrebbe portato fin quasi alle porte di Mezzocorona, per poi tornare verso nord. In questo modo sono stati eliminati 4-5 km e si è giunti alla cantina verso le11:30, con "solo" mezzora di ritardo rispetto all'orario convenuto. Complessivamente sono stati percorsi circa 20 km (in luogo dei 24 previsti in origine).
 
 
....La mappa
(clicca sull'immagine per accedere al tracciato sulle dettagliate mappe di OpenMTB)

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La panoramica 3D

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L'altimetria

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

................... scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

CURISIOTA': da dove trae origine il toponimo "ROVERE' DELLA LUNA" ?

Molti si saranno chiesti da dove tragga origine il nome del paese visitato oggi che, tra l'altro, con quel riferimento alla Luna ha un non so che di romantico. Se il termine "Roverè"  (troncatura dialettale trentina dell'italiano "rovereto", cioè il bosco di rovere), risulta abbastanza intuitivo, non così per la Luna. Ebbene, la soluzione al dilemma si trova nel vecchio corso del fiume Adige che un tempo scorreva nella piana compiendo diverse anse. Oggi il fiume si presenta con un tracciato lineare, frutto delle rettifiche operate dagli austriaci a metà dell'800, quando si stava costruendo la linea ferroviaria del Brennero. Poiché era più conveniente spostare il corso del fiume piuttosto che costruire un viadotto in pietra appresso ad un altro (con relativi costi di manutenzione negli anni successivi ...), tutte le anse del corso d'acqua vennero eliminate e riempite di terra. Su una di queste anse, chiamata "luna" perchè la sua forma ricordava la luna quando è illuminata per un quarto, si trovava un bosco di rovere (il Roverè della Luna ...), nei cui pressi nacque il primo insediamento abitativo che diede origine al paese. Oggi si può vedere traccia del vecchio percorso del fiume grazie alle fotografie satellitari. Va ricordato, infatti, che le strade arginali che costeggiavano il fiume non vennero eliminate e il loro snodarsi curveggiante fra i campi, visto dall'alto, consente oggi di farsi un'idea del tortuoso percorso che compiva l'Adige fino a un secolo e mezzo fa. La strada di Roverè costruita dove un tempo scorreva il fiume, si chiama - non a caso - "via dell'Adige vecchio".

 

 

Le foto della pedalata

Veduta aerea di Roverè della Luna, costruito sul conoide del Rio dei Molini. Il cerchio indica la cantina
 
Il ritrovo è nel parcheggio della cantina, in via IV Novembre
 
Frank (all'esordio stagionale) con il Camoscio della Sila
 
Luky Luke e Ailander
 
L'arrivo dei soci trevigiani, Dori One e Sharif
 
Verso le 9:15 lasciamo la cantina e partiamo
 
Partenza in discesa! Imbocchiamo via IV Novembre in direzione della piana
 
In fondo alla discesa proseguiamo verso la zona artigianale
 
Usciamo da Roverè della Luna, in direzione nord
 
Si chiacchiera allegramente: il ritmo - come sempre a Bici & Bicèri - è da passeggiata
 
Cipollino con lo Schiaccianoci, un trekker che non salta (quasi) mai le "uscite enologiche"
 
Nei pressi del bivio per la SP 90
 
Imbocchiamo la SP 90, che dovremo percorrere per circa 2 km
 
La colonna si snoda a bordo strada (anche se il traffico è comunque inesistente)
 
La primavera incombe ...
 
Poco più avanti "sconfiniamo" in provincia di Bolzano
 
The Big Bobby Family
 
Lasciamo la SP ed entriamo nelle campagne
 
Passiamo in mezzo a dei vigneti a guyot
 
Ora procediamo su un comodo sterrato interpoderale
 
Altri segnali inequivocabili della bella stagione che sta arrivando ...
 
Stiamo costeggiando la Fossa Grande di Caldaro, il principale canale irriguo della Bassa Atesina
 
Ailander con il New-Rinco Beppe
 
Più avanti il fondo torna asfaltato, ma rimaniamo sempre lungo il canale
 
Arriviamo all'intersezione con la provinciale
 
Percorriamo un breve tratto della SP, in direzione sud, fino al bivio per la frazione di Lafot (Magrè)
 
Imboccata la stradina comunale, saliamo leggermente verso il "grappolo" di case
 
La frazioncina si trova su una collinetta alle pendici della montagna
 
Dopo aver scollinato da Lafot, scendiamo nuovamente verso la provinciale
 
In fondo alla discesa imbocchiamo subito un'altra stradina comunale, che porta nel centro di Magrè
 
Anche qui si sale leggermente. Tutti i paesi della zona sono stati costruiti su dei conoidi, in posizione
elevata rispetto alla pianura sottostante, i cui preziosi terreni venivano riservata agli usi agricoli
 
Poco prima di Magrè c'è una curiosa quanto moderna costruzione attaccata alla parete rocciosa
 
E' la caserma dei Vigili del Fuoco, realizzata interamente nella montagna (scavando alcune gallerie cieche,
lunghe qualche decina di metri), in modo da non dover espropriare prezioso terreno agricolo ...
 
Proseguiamo la leggera salita, in direzione del centro di Magrè
 
Entriamo nel paese, passando sotto l'antico campanile, staccato dalla chiesa
 
Alla base del campanile, su ciascun lato, c'è un arco a sesto acuto
 
Arrivati in centro, facciamo una piccola sosta
 
L'antica fontana in pietra rossa
 
Il rio che attraversa il paese, tagliandolo in due
 
Passiamo sulla sponda opposta
 
Alcune antiche case testimoniano la presenza in paese di famiglie nobili
 
Seguiamo il corso del rio
 
Proseguiamo in leggera discesa, attraversando il centro storico
 
All'incrocio con la provinciale, il semaforo rosso ferma la nostra corsa (???)
 
Proseguiamo verso i campo della piana, lasciandoci il paese alle spalle
 
Dopo nemmeno un km, lasciamo la strada asfaltata per tornare a pedalare in campagna
 
Avanziamo sullo sterrato, fra vigneti e meleti
 
Proseguiamo verso sud, percorrendo comode stradine interpoderali
 
Briz con il Camoscio della Sila, seguiti da Brücke
 
Arriviamo a Cortina sulla Strada del Vino
 
La colonna dei Rinco avanza verso l'Ortsmitte (il centro paese)
 
Arriviamo nel più piccolo paese della Bassa Atesina: meno di 700 abitanti
 
La colonna dei Rinco
 
L'arrivo nella bella piazza lastricata
 
C'è anche un antico pozzo
 
La canonica
 
La facciata della chiesa, in pietra chiara
 
Anche qui facciamo una breve sosta

Il Camoscio fa amicizia con un simpatico e piccolo biker
 
Prima Beppe ...
 
e poi il Camoscio, si ritrovano con la gomma a terra dopo aver fatto gli splendidi sulle scale della chiesa
 
Sharif, che fino a poco prima era schernito perchè non aveva voluto affrontare la scalinata in sella,
ora se la sta ridendo di gusto, vedendo gli altri impegnati a cambiare la camera d'aria ...
 
Dopo il pit-stop proviamo a ripartire. Proviamo, ma non ci riusciamo, perchè ...
 
... prima Max (con la city-bike) ...
 

... e poi di nuovo il Camoscio (che ha voluto fare il bis) si ritrovano con la gomma a terra!
 
Mentre procedono le operazioni di riparazione, noi ci godiamo i monumenti del paese ...
 
Finalmente, dopo 45 minuti di tira e molla riusciamo a partire da Cortina
 
Poco fuori dal paese imbocchiamo un sentierino sterrato
 
Il sentiero costeggia un piccolo biotopo
 
Ci dirigiamo verso il fiume Adige


La salitella del cavalcavia sull'A22

 
Dopo aver superato l'autostrada, giriamo sull'argine destro dell'Adige
 
Da questo lato, al contrario dell'altro dove c'è la ciclabile, il fondo è sterrato
 
Il ponte ciclabile che conduce sulla sponda opposta
 
Lo sterrato e battuto e veloce, per cui cerchiamo di recuperare un po' del ritardo accumulato
 
Qualche km più a nord, sullo stesso argine, corriamo ogni anno un tratto della "Vecia Ferovia"
 
Il gruppo avanza verso sud
 
Giada, la più piccola della comitiva, sfreccia sulla MTB vinta alla lotteria della "Vecia", l'estate scorsa
 
Lucky Luke e lo Schiaccianoci, seguiti da Alessandra
 
Briz, ancora ignaro di ciò che accadrà tra poco ...
 
E poco dopo si sente infatti nell'aria il sibilo, inconfondibile, della ruota che si sta sgonfiando. E sono 5 ...
 
Dopo l'ennesimo stop, si decide di accorciare il tracciato. Proseguiamo ancora sull'argine destro dell'Adige
 
Anche nel tratto a sud di Salorno, l'argine destro è sterrato
 
Proseguiamo tra il fiume e l'autostrada, ovvero l'antica e la moderna via di comunicazione
 
All'altezza di Roverè (che si intravede sullo sfondo), passiamo sopra l'autostrada
 
Proseguiamo ancora verso sud, stavolta fra l'autostrada e la ferrovia. Le vie di comunicazione
hanno segnato pesantemente il territorio in una valle così stretta come la Valle dell'Adige
 
Proseguiamo su un altro tratto sterrato, con fondo in ghiaino
 
Il duo trevigiano, Sharif e Dori One
 
Dopo il sottopasso ferroviario, ci ritroviamo fra i vigneti a ridosso del paese di Roverè
 
Avanziamo nei "Feldi" (dal tedesco Feld = campo), che danno il nome anche ad un vino che assaggeremo
 
Red-Bikers fra i vigneti
 
Una pergola doppia alla trentina
 
Passiamo ancora una volta sulla Fossa Grande di Caldaro
 
Ormai siamo alle porte di Roverè
 
Qualche segno di stanchezza nella Big Bobby-Family: gli uomini di casa spingono le donne (meno allenate)
 
L'ultima salitella in via IV Novembre ...
 
... e l'arrivo in cantina, verso le 11,30
 
Ora riponiamo le bici, ci aspetta la seconda "B" del programma Bici & ... Bicèri !
 
 
 

La seconda "B": i Bicèri ...

Dopo aver lasciato le nostre MTB, ci buttiamo con piacere nella 2ª parte del programma B&B. La seconda B, infatti, sta per Bicèri e così dopo la Bici arriva l'atteso e gradito momento eno-gastronomico. Ad attenderci, davanti alla cantina, c'è il direttore Corrado Gallo  che si illustra la storia della realtà cooperativa di Roverè, nata nel 1919. Curiosamente, la prima sede della cantina fu a Salorno, per motivi che possiamo definire logistici. All'epoca, infatti, il mezzo di trasporto primario era il treno (i camion erano ancora di là dal diffondersi) e Salorno - al contrario di Roverè della Luna - si trova sulla linea ferroviaria del Brennero. Avere la cantina a due passi dalla stazione agevolava molto le spedizioni, per cui i soci fondatori decisero di collocare lì la struttura di lavorazione dell'uva. Il trasferimento a Roverè, dove si trova tutt'ora la sede, avvenne nel 1953, mentre la nuova struttura, che si trova sull'altro lato della via IV Novembre, risale al 2001. presso l'enoteca La Gramola (punto vendita della Cantina di Roverè della Luna). Dai 14 soci fondatori che diedero vita alla cooperativa, si è passati agli oltre 300 di oggi, che consentono il raccolto di circa 65.000 quintali di uve, pari al 5% dell'intera produzione provinciale. Dopo l'introduzione storica, l'enologo Gallo ha condotto il gruppo in un breve tour nella struttura,  partendo dalla pesa - posta all'ingresso della cantina - per arrivare alla zona di conferimento, dove i trattori dei contadini scaricano l'uva nelle vasche dotate di un meccanismo a vite senza fine che la fa cadere nei macchinari sottostanti, dove avviene la pigiatura. Si è poi passati all'interno della struttura, dove si trovano ancora le vecchie vasche in cemento degli anni '50, cui sono stati affiancati i moderni fusti in acciaio inox. Dopo la spiegazione sulle varie fasi di lavorazione, il direttore Gallo ci ha accompagnato dall'altro lato della strada, dove si trova la struttura realizzata nel 2001, che si è andata ad affiancare, senza sostituirla, alla vecchia sede. Qui gli spazi sono più luminosi e più ampi e l'acciaio luccicante domina il panorama. La visita si è conclusa nella bottaia, dove avviene l'affinamento in legno di alcuni dei vini prodotti dall'azienda, come il cabernet, il pinot nero e lo chardonnay.

Dopo la visita ci siamo quindi trasferiti nel punto vendita "La Gramola", posto al piano terra della vecchia sede, dove dalla teoria si è passati ... alla pratica! Iniziamo gli assaggi con un aromatico Pinot Grigio, prodotto con uve provenienti dalla zona di Magrè e dalla destra Adige. Dopo il Pinot Grigio passiamo a qualche rosso, come il Lagrein e il Teroldego Rotaliano, corposi autoctoni regionali, o il Pinot Nero, intensamente profumato. Per accompagnare il dolce ci viene servito il Kar.Ares (dal nome della fornace di epoca romana impresso sulle tegole ritrovate durante gli scavi della cantina). Si tratta di uvaggio aromatico tra Goldtraminer, Sauvignon bianco, Müller Thurgau e, in misura minore, di altre uve bianche, vendemmiate in autunno dopo un lento appassimento sulla vite e poi lungamente fermentate in piccole botti di legno d'acacia. L'esplosione di profumi che giunge alle narici quando si annusa il bicchiere, nonché gli aromi fruttati e dolci che investono il palato al primo assaggio, sono davvero unici e fanno del Kar.Ares un grande vino da fine pasto.

Da segnalare la linea speciale "Quaranta Jugheri". Il nome fa riferimento a quanto avvenne il 29 novembre del 1327, quando Enrico VI Conte del Tirolo concesse ad alcuni nobili locali 40 jauch (in italiano jugheri, si trattava dell'unità di misura dell'epoca) sulla collina dell'Aichholz per dissodarli. Nacquero così i primi vigneti ed anche alcune case che diedero poi origine al villaggio di Roverè della Luna.  Ai terreni vennero dati dei nomi, rimasti in uso anche oggi. E sono proprio questi nomi che identificano i vini della linea "Quaranta Jugheri": Winchel (dal nome della famiglia anticamente proprietaria) per il Traminer Aromatico, l'Omeri (dal tedesco antico Lamber = ghiaia; infatti si trovano attorno al greto del Rio dei Molini) per il Pinot Grigio, Rigli (dal tedesco Rigl = regola, antico sistema di assegnazione dei beni pubblici in uso al tempo) per il Lagrein ed infine Feldi (dal tedesco Feld = campo, si tratta infatti dei terreni quasi pianeggianti alla base del conoide) per il Pinot Nero.


L'antica mappa catastale della zona di Roverè, con i toponimi dei vari terreni. La mappa è riprodotta sulle
etichette della linea "Quaranta Jugheri" (con l'evidenziazione cromatica dell'area che dà il nome al vino)

 

Ecco - ad ogni modo - alcune immagini della visita in cantina e della degustazione .

 

Le foto della visita


La doppia denominazione, italiana e tedesca, è d'obbligo in questa terra di confine fra le due aree linguistiche


Il direttore Gallo ci accoglie davanti alla sede della cantina


Ci viene illustrata la storia della realtà cooperativa vinicola di Roverè, lunga quasi un secolo (1919)


Dal'rea della pesa ci spostiamo, sempre all'esterno, verso la zona di conferimento


Gallo ci illustra le varie fasi di lavorazione


La vasche con la vite senza fine


Mentre prosegue la descrizione, scendiamo verso l'interrato


Suggestiva immagine dei grandi fusti d'acciaio


Entriamo nella zona produttiva, dove si trovano i grandi contenitori d'acciaio da 300 Hl


Qui, invece, passiamo fra le vecchie vasche in cemento, risalenti alla costruzione della cantina, nel 1953


Ancora tra i grandi fusti dove avvengono le fasi iniziali della lavorazione


Il nome e il logo della cantina su un grande fusto di rovere


Due botti speciali, realizzate nel 2013 in Austria, con splendidi intarsi in legno sulla facciata


Si segue con interesse la spiegazione sulle fasi della produzione


A spasso sulle passerelle d'acciaio, tra i grandi fusti


Il regno dell'inox


Scendiamo ancora di un piano ...


Eccoci, dall'altro lato della strada, nella struttura nuova, realizzata ne 2001


Sotto l'area con i fusti d'acciaio c'è la bottaia, l'ambiente più suggestivo


Qui, tra pietra e legno, riposano i vini che devono subire l'affinamento in rovere


Big Bobby si mette comodo


Nelle gabbie riposa il Trento Doc, lo spumante metodo classico che anche la cantina di Roverè ha iniziato
a produrre da poco. La prima sboccatura è prevista per il 2015


Alcune bottiglie di Trento Doc in versione Rosè, con lo strumento per misurare la pressione in bottiglia


Suggestiva immagine finale della bottaia, prima di salire in zona assaggi ...


Raggiungiamo il punto vendita "La Gramola", un ambiente raccolto ma accogliente


Si parte con gli assaggi ...


Ovviamente, non si beve mai a stomaco vuoto ...


Cipollino, dopo gli ultimi reportage sulle sue abbuffate, sceglie il basso profilo!


Si mangia e si beve !

 
I commenti sui vini assaggiati


Il Camoscio è entusiasta del Kar.Ares


Grazie a Beppe ci sono anche gli ultimi grostoli carnevaleschi


Il vino favorisce il buonumore


Le bottiglie esposte sugli scaffali


Dori One e Sharif iniziano già a scegliere ...


E infatti, ecco che acquistano il "souvenir" ...


Non sono i soli, però !


Alla salute e alla prossima!

 

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Anteprima uscita
"Cantina Roverè della Luna"

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CANTINA

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DEL TRENTINO


  

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DELLA PIANA ROTALIANA