Uscita
"B & B" di primavera - stagione 2014
Cantina
Roverè della Luna
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15/03/2014 - Speriamo che il detto "Il buon giorno si vede dal mattino" non trovi conferma, perchè se così sarà, prepariamoci ad un'annata di pezòte, pompe e camere d'aria! Sono state ben 5, infatti, le forature che hanno caratterizzato l'uscita d'avvio della stagione 2014 sulle due ruote, cominciata stamattina a Roverè della Luna con una pedalata di circa 20 km tra i vigneti, nella zona a cavallo fra Trentino ed Alto Adige.
Sfortunati protagonisti sono stati il New-Rinco Beppe, poi il Camoscio della Sila (addirittura due volte!), Max (con la city-bike) e, da ultimo, Briz, al quale si è addirittura tagliato il copertone. Una serie di sfortunati episodi che nulla hanno a che vedere con il mitico "pomeriggio delle spine", ovvero il Bici & Bicèri della primavera 2009 in Piana Rotaliana, quando lungo l'argine del Noce, passando nei pressi di diversi cespugli di rovi, furono ben 12 le forature complessive! Stavolta niente rovi, ma solo tanta sfortuna (magari qualche sassolino appuntito beccato in pieno) ma anche, in qualche caso, l'andarsela a cercare, come ad esempio fare 10 volte le scale della chiesa in bici, torturando le camere d'aria sugli spigoli di porfido dei gradini ...
Ad ogni modo, a causa delle continue soste per le riparazioni, la tabella di marcia è stata sforata in maniera clamorosa, tanto che alla fine si è dovuto operare un taglio al tracciato, eliminando la parte sud del percorso (circa 4 km che avrebbero portato fin quasi a Mezzocorona, prima di tornare verso nord), per concludere la pedalata dopo soli 20 km, verso le 11:30.
A seguire - guidati dal direttore, l'enologo Corrado Gallo - c'è stata la visita alla Cantina Sociale di Roverè della Luna, storica realtà cooperativa risalente al 1919, che ha fatto un punto di forza della sua collocazione in una zona a cavallo fra le due province, andando ad offrire sia prodotti trentini che altoatesini, grazie alle diverse provenienze delle uve conferite dai soci. La visita si è conclusa con un ristoro e degustazione. Ecco i dettagli ...
La prima "B": la Bici ...
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mappa (clicca sull'immagine per accedere al tracciato sulle dettagliate mappe di OpenMTB) |
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La panoramica 3D
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L'altimetria
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CURISIOTA': da dove trae origine il toponimo "ROVERE' DELLA LUNA" ?
Molti si saranno chiesti da dove tragga origine il nome del paese visitato oggi che, tra l'altro, con quel riferimento alla Luna ha un non so che di romantico. Se il termine "Roverè" (troncatura dialettale trentina dell'italiano "rovereto", cioè il bosco di rovere), risulta abbastanza intuitivo, non così per la Luna. Ebbene, la soluzione al dilemma si trova nel vecchio corso del fiume Adige che un tempo scorreva nella piana compiendo diverse anse. Oggi il fiume si presenta con un tracciato lineare, frutto delle rettifiche operate dagli austriaci a metà dell'800, quando si stava costruendo la linea ferroviaria del Brennero. Poiché era più conveniente spostare il corso del fiume piuttosto che costruire un viadotto in pietra appresso ad un altro (con relativi costi di manutenzione negli anni successivi ...), tutte le anse del corso d'acqua vennero eliminate e riempite di terra. Su una di queste anse, chiamata "luna" perchè la sua forma ricordava la luna quando è illuminata per un quarto, si trovava un bosco di rovere (il Roverè della Luna ...), nei cui pressi nacque il primo insediamento abitativo che diede origine al paese. Oggi si può vedere traccia del vecchio percorso del fiume grazie alle fotografie satellitari. Va ricordato, infatti, che le strade arginali che costeggiavano il fiume non vennero eliminate e il loro snodarsi curveggiante fra i campi, visto dall'alto, consente oggi di farsi un'idea del tortuoso percorso che compiva l'Adige fino a un secolo e mezzo fa. La strada di Roverè costruita dove un tempo scorreva il fiume, si chiama - non a caso - "via dell'Adige vecchio".
Le foto della pedalata
La salitella del cavalcavia sull'A22
La seconda "B": i Bicèri ...
Dopo aver lasciato le nostre MTB, ci buttiamo con piacere nella 2ª parte del programma B&B. La seconda B, infatti, sta per Bicèri e così dopo la Bici arriva l'atteso e gradito momento eno-gastronomico. Ad attenderci, davanti alla cantina, c'è il direttore Corrado Gallo che si illustra la storia della realtà cooperativa di Roverè, nata nel 1919. Curiosamente, la prima sede della cantina fu a Salorno, per motivi che possiamo definire logistici. All'epoca, infatti, il mezzo di trasporto primario era il treno (i camion erano ancora di là dal diffondersi) e Salorno - al contrario di Roverè della Luna - si trova sulla linea ferroviaria del Brennero. Avere la cantina a due passi dalla stazione agevolava molto le spedizioni, per cui i soci fondatori decisero di collocare lì la struttura di lavorazione dell'uva. Il trasferimento a Roverè, dove si trova tutt'ora la sede, avvenne nel 1953, mentre la nuova struttura, che si trova sull'altro lato della via IV Novembre, risale al 2001. presso l'enoteca La Gramola (punto vendita della Cantina di Roverè della Luna). Dai 14 soci fondatori che diedero vita alla cooperativa, si è passati agli oltre 300 di oggi, che consentono il raccolto di circa 65.000 quintali di uve, pari al 5% dell'intera produzione provinciale. Dopo l'introduzione storica, l'enologo Gallo ha condotto il gruppo in un breve tour nella struttura, partendo dalla pesa - posta all'ingresso della cantina - per arrivare alla zona di conferimento, dove i trattori dei contadini scaricano l'uva nelle vasche dotate di un meccanismo a vite senza fine che la fa cadere nei macchinari sottostanti, dove avviene la pigiatura. Si è poi passati all'interno della struttura, dove si trovano ancora le vecchie vasche in cemento degli anni '50, cui sono stati affiancati i moderni fusti in acciaio inox. Dopo la spiegazione sulle varie fasi di lavorazione, il direttore Gallo ci ha accompagnato dall'altro lato della strada, dove si trova la struttura realizzata nel 2001, che si è andata ad affiancare, senza sostituirla, alla vecchia sede. Qui gli spazi sono più luminosi e più ampi e l'acciaio luccicante domina il panorama. La visita si è conclusa nella bottaia, dove avviene l'affinamento in legno di alcuni dei vini prodotti dall'azienda, come il cabernet, il pinot nero e lo chardonnay.
Dopo la visita ci siamo quindi trasferiti nel punto vendita "La Gramola", posto al piano terra della vecchia sede, dove dalla teoria si è passati ... alla pratica! Iniziamo gli assaggi con un aromatico Pinot Grigio, prodotto con uve provenienti dalla zona di Magrè e dalla destra Adige. Dopo il Pinot Grigio passiamo a qualche rosso, come il Lagrein e il Teroldego Rotaliano, corposi autoctoni regionali, o il Pinot Nero, intensamente profumato. Per accompagnare il dolce ci viene servito il Kar.Ares (dal nome della fornace di epoca romana impresso sulle tegole ritrovate durante gli scavi della cantina). Si tratta di uvaggio aromatico tra Goldtraminer, Sauvignon bianco, Müller Thurgau e, in misura minore, di altre uve bianche, vendemmiate in autunno dopo un lento appassimento sulla vite e poi lungamente fermentate in piccole botti di legno d'acacia. L'esplosione di profumi che giunge alle narici quando si annusa il bicchiere, nonché gli aromi fruttati e dolci che investono il palato al primo assaggio, sono davvero unici e fanno del Kar.Ares un grande vino da fine pasto.
Da segnalare la linea speciale "Quaranta Jugheri". Il nome fa riferimento a quanto avvenne il 29 novembre del 1327, quando Enrico VI Conte del Tirolo concesse ad alcuni nobili locali 40 jauch (in italiano jugheri, si trattava dell'unità di misura dell'epoca) sulla collina dell'Aichholz per dissodarli. Nacquero così i primi vigneti ed anche alcune case che diedero poi origine al villaggio di Roverè della Luna. Ai terreni vennero dati dei nomi, rimasti in uso anche oggi. E sono proprio questi nomi che identificano i vini della linea "Quaranta Jugheri": Winchel (dal nome della famiglia anticamente proprietaria) per il Traminer Aromatico, l'Omeri (dal tedesco antico Lamber = ghiaia; infatti si trovano attorno al greto del Rio dei Molini) per il Pinot Grigio, Rigli (dal tedesco Rigl = regola, antico sistema di assegnazione dei beni pubblici in uso al tempo) per il Lagrein ed infine Feldi (dal tedesco Feld = campo, si tratta infatti dei terreni quasi pianeggianti alla base del conoide) per il Pinot Nero.
L'antica mappa catastale della zona di Roverè,
con i toponimi dei vari terreni. La mappa è riprodotta sulle
etichette della linea "Quaranta Jugheri" (con l'evidenziazione
cromatica dell'area che dà il nome al vino)
Ecco - ad ogni modo - alcune immagini della visita in cantina e della degustazione .
Le foto della visita
La doppia denominazione, italiana e tedesca, è d'obbligo in questa
terra di confine fra le due aree linguistiche
Il direttore Gallo ci accoglie davanti alla sede della cantina
Ci viene illustrata la storia della realtà cooperativa vinicola di
Roverè, lunga quasi un secolo (1919)
Dal'rea della pesa ci spostiamo, sempre all'esterno, verso la zona
di conferimento
Gallo ci illustra le varie fasi di lavorazione
La vasche con la vite senza fine
Mentre prosegue la descrizione, scendiamo verso l'interrato
Suggestiva immagine dei grandi fusti d'acciaio
Entriamo nella zona produttiva, dove si trovano i grandi contenitori
d'acciaio da 300 Hl
Qui, invece, passiamo fra le vecchie vasche in cemento, risalenti
alla costruzione della cantina, nel 1953
Ancora tra i grandi fusti dove avvengono le fasi iniziali della
lavorazione
Il nome e il logo della cantina su un grande fusto di rovere
Due botti speciali, realizzate nel 2013 in Austria, con splendidi
intarsi in legno sulla facciata
Si segue con interesse la spiegazione sulle fasi della produzione
A spasso sulle passerelle d'acciaio, tra i grandi fusti
Il regno dell'inox
Scendiamo ancora di un piano ...
Eccoci, dall'altro lato della strada, nella struttura nuova,
realizzata ne 2001
Sotto l'area con i fusti d'acciaio c'è la bottaia, l'ambiente più
suggestivo
Qui, tra pietra e legno, riposano i vini che devono subire
l'affinamento in rovere
Big Bobby si mette comodo
Nelle gabbie riposa il Trento Doc, lo spumante metodo classico che
anche la cantina di Roverè ha iniziato
a produrre da poco. La prima sboccatura è prevista per il 2015
Alcune bottiglie di Trento Doc in versione Rosè, con lo strumento
per misurare la pressione in bottiglia
Suggestiva immagine finale della bottaia, prima di salire in zona
assaggi ...
Raggiungiamo il punto vendita "La Gramola", un ambiente raccolto ma
accogliente
Si parte con gli assaggi ...
Ovviamente, non si beve mai a stomaco vuoto ...
Cipollino, dopo gli ultimi reportage sulle sue abbuffate,
sceglie il basso profilo!
Si mangia e si beve !
I commenti sui vini assaggiati
Il Camoscio è entusiasta del Kar.Ares
Grazie a Beppe ci sono anche gli ultimi grostoli carnevaleschi
Il vino favorisce il buonumore
Le bottiglie esposte sugli scaffali
Dori One e Sharif iniziano già a scegliere ...
E infatti, ecco che acquistano il "souvenir" ...
Non sono i soli, però !
Alla salute e
alla prossima!
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