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23 giugno 2018. Dopo l'antipasto della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, "gustato" nel pomeriggio del venerdì, appena giunti in loco, è arrivato il pasto completo del sabato, un pasto ... a sette portate (!!!), con il Gran Tour Norcia-Monti Sibillini che ha messo a dura prova la resistenza dei Rinco. Un anello di quasi 65 km, con oltre 2250 metri di dislivello, che ha impegnato il gruppo per l'intera giornata, portando i Rinco a toccare ben tre Regioni: l'Umbria, le Marche ed il Lazio.
Partenza dalla periferia di Norcia (m.600), alle 9,30 circa, e subito tappa nella cittadina martoriata dal terremoto del 2016, il cui centro storico è stato letteralmente sfigurato (non è rimasta in piedi una sola chiesa, compresa la rinomata Basilica di San Benedetto da Norcia). Intere porzioni delle mura che da secoli cingono l'antica "Nursia" sono crollate ed anche la vecchia stazione d'arrivo della ferrovia Spoleto-Norcia è stata ridotta ad un cumulo di macerie ...
Dopo qualche rifornimento alimentare per la lunga giornata, subito la prima salita, su fondo sterrato, in direzione della Forca di Ancarano. Raggiunto il passo, si è proseguito, sempre su sterrato, rimanendo a monte della strada provinciale, fino a raggiungere il borgo di Piè la Rocca. Qui c'è stato il primo imprevisto, perchè l'itinerario progettato proseguiva a mezza costa, senza perdere quota, per raggiungere i paesini successivi, Capo del Colle e Campi Vecchio, ma l'impraticabilità delle strade e soprattutto i muri pericolanti delle case, hanno indotto le autorità a dichiarare i due borghi "zona rossa", quindi inavvicinabili.
Il bellissimo borgo di Campi di Norcia, prima e
dopo il devastante sisma del 2016
Si è quindi dovuto, al volo, disegnare un'alternativa, scendendo un po' a valle per poi spostarsi a nord su strade di campagna, aggirando così la zona vietata. La deviazione a valle ha ovviamente fatto perdere un po' di quota (con conseguente aumento del dislivello complessivo), visto che dai 924 m. di Piè la Rocca si dovuti scendere fino ai 758 di Piè del Colle, per poi risalire e imboccare dal basso la stretta valle dove una ripidissima strada forestale, con pochissimi tornanti e rettilinei micidiali (con pendenze anche del 27-28%) ha portato fino ai prati del Monte La Bandita, dove il paesaggio, fino a quel momento boscoso, si è aperto improvvisamente, con superbi panorami a 360°.
A quel punto si è proseguito, con salite un po' più abbordabili, lungo la dorsale montuosa (facente parte del "Sentiero Italia") che dai 1400 metri dei pascoli del Monte La Bandita ha portato fino al GPM sotto il Monte delle Rose (m.1823), passando ai piedi del Colle di Ramacete (m.1636), Monte Prata (m.1652), Monte Colventoso (m.1725) e Monte Fausole (m.1753). La rampa finale, di recente realizzazione con i fondi europei per lo sviluppo delle zone rurali, è un rettone praticamente in piedi, con pendenze impossibili! Necessita, agli amici umbri, un bel "corso di tornanti" ...
Dal GPM è iniziata la discesa che ha portato fino alla parte settentrionale della corona di montagne che circondano il Pian Grande, un altopiano carsico alluvionale di ben 15 kmq, dove si trova il paese di Castelluccio (frazione di Norcia), famoso per la produzione della lenticchia (IGP "di Castelluccio di Norcia").
Anche il suggestivo borgo di Castelluccio è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2016: visto dall'alto sembra un paese bombardato, con pochissime case rimaste in piedi (peraltro gravemente lesionate nella struttura) e cumuli di macerie ovunque. Chissà quando e se questo piccolo paese potrà ritornare a fare bella mostra si sé ...
Da Castelluccio, dopo una sosta break ed un rifornimento d'acqua, si è scesi nella vasta spianata del Pian Grande (a quota m.1300 circa), pedalando fra i campi di lenticchia fioriti, per poi proseguire aggirando il Colle Moretta e il Monte Guaidone (che chiudono il Pian Grande a est). Raggiunta località Dogana (così chiamata perchè qui, fino all'Unità d'Italia, correva il confine fra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio), è iniziata una nuova salita, che ha portato al Rifugio Monti del Sole (m.1550), da dove è stato raggiunto il vicino valico di Forca Canapine (m.1543), un passo che collega la Provincia di Perugia (Umbria) con quella di Ascoli Piceno (Marche).
A quel punto, con una nuova salita, si è proseguito in direzione sud, sconfinando anche in Provincia di Rieti (Lazio) e raggiungendo i suggestivi Pantani di Accumoli (m.1611), dei laghetti di origine glaciale posti al confine tra i Monti Sibillini ed i Monti della Laga, dove vivono numerosi cavalli allo stato brado.
Dai Pantani di Accumoli è quindi è iniziato l'ultimo strappo, in mezzo ad una faggeto. Una salita fatta a piedi perchè il fondo della strada, reso fangoso dalle forti piogge della sera prima, faceva sprofondare le ruote (e pure le scarpe!), rendendo impossibile rimanere in sella. Raggiunto lo scollinamento a quota 1700, posizionato fra il Monte dei Signori (a nord, m.1781) e il Monte Utero (a sud, m.1807), è iniziata la lunga discesa verso Norcia, con un primo tratto impossibile per pendenza e fondo sassoso, poi meno "hard", su strade forestali comunque assai dissestate. Finale più tranquillo, sulla strada comunale che porta al paesino di San Marco, anche se l'asfalto era in tal pessime condizioni che sembrava comunque di pedalare su uno sterrato!
La lunga discesa (oltre 10 km), ha portato fino al paese di Savelli, posto al margine della piana di Norcia. Da qui non è rimasto che rientrare al parcheggio dove era iniziato, ben 11 ore prima (!!!) l'avventuroso ma appagante tour.
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i presenti |
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SOCI | ||||||||
NSP | |||||||||
ospiti |
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i dati tecnici |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
La ricca colazione prima del
via
Lungo la strada
Scheggino-Norcia, tappa ... rifornimento
Dalla mitica "Signora Carmela", a
Borgo Cerreto, riempiamo gli zaini di panini per il ristoro in
quota.
Il più gettonato è quello con ciaùscolo (un salume tipico molto
morbido) e pecorino semi-stagionato.
Parcheggiamo nella periferia
di Norcia, vicino al cimitero
L'ingresso a Norcia, ferita
dal terremoto ...
Corso Sertorio, la via centrale di Norcia,
è sempre stato il cuore pulsante della cittadina (foto sotto)
Oggi è una via deserta, con tutti i negozi inagibili e spostati
nelle casette in legno fuori le mura
Lasciata Norcia, inizia la
salita ...
Alla Forca di Ancarano (m.1007),
primo scollinamento
Arrivo a Borgo Piè La Rocca,
paese semidistrutto
La deviazione per evitare i
paesi di Capo del Colle e Campi Vecchio
(zona rossa,
vietato il passaggio)
Inizia il salitone ...
L'arrivo
sui pascoli del Monte La Bandita
RISTOROOOO !!!
Al GPM, m.1823 (ai piedi del
Monte delle Rose)
L'ingresso nel Pian Grande,
dove si coltiva la lenticchia
Lasciamo il Pian Grande e
imbocchiamo la valle della Dogana
I Cippi di Confine (foto dal web) |
Nel 1840, a seguito di un trattato, venne definito il confine fra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Su tale linea vennero impiantati inizialmente dei pali di legno, successivamente sostituiti da 686 cippi in pietra locale, di forma cilindrica, alti poco più di un metro, recanti alla sommità una incisione che indicava da una parte il cippo precedente e dall'altra quella del cippo successivo. Sul lato rivolto verso lo Stato dei "Papalini" erano incise le due chiavi di San Pietro decussate e l'anno della posa (1846), sul lato rivolto verso i "Regnicoli" il giglio Borbonico ed un numero progressivo. Uno di questi cippi si trova poco sopra i Pantani di Accumoli |
La rampa finale ... nel fango
L'ultimo scollinamento, a
quota 1700
Il rientro a Norcia, al
tramonto ...