Robe da RincoAnche il Cimo finisce KO !
Il biker di Rovereto, colpito dalla recinzione svolazzante di un cantiere, vola a terra in ciclabile, sbattendo la testa. Salvato dal casco, se l'è cavata con una frattura ad una costola e 24 h di osservazione in ospedale. In forte dubbio la presenza alla Vecia.

 

17/07/2012. Si dice che "la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo!" e mai proverbio fu più azzeccato, perché l'incidente accaduto al nostro socio Cimo ha davvero dell'incredibile e la componente "sfiga" ricopre un ruolo di prim'ordine. Il fattaccio è avvenuto ieri mattina sulla pista ciclabile lungo l'Adige, nei pressi di Rovereto, dove il Cimo (al suo 1° giorno di ferie!) si era recato per fare un giro assieme alla moglie Laura.

Mentre i due stavano passando a fianco di un cantiere (che non interessa la pista ciclabile, ma che si trova su un terreno adiacente), all'improvviso un pezzo di recinzione, di quelle in plastica arancione utilizzate per delimitare l'area dei lavori, è svolazzata spinta dal vento verso la ciclabile, dove ha investito il nostro socio.

Con ogni probabilità la recinzione era stata strappata ai pali di sostegno dal forte vento che nel fine settimana, assieme ai temporali, ha caratterizzato la Valle dell'Adige. Quando il Cimo si stava avvicinando al cantiere, la recinzione si trovava distesa parallelamente alla pista ciclabile, ma non appena il nostro socio vi è arrivato a fianco, una forte volata di vento trasversale l'ha spinta come una bandiera verso la pista, con un tempismo davvero perfetto! Sarebbe bastato passare di lì 5 secondi prima, o 5 secondi dopo, e non staremmo qui a raccontare l'accaduto, ma si sa che quando il destino si mette di traverso ...

Agganciato al manubrio dalla recinzione svolazzante, il Cimo si è così trovato all'improvviso la ruota anteriore girata di 90° e nonostante la velocità non fosse particolarmente elevata è volato a terra come lanciato da una catapulta. Nella caduta ha battuto il capo sull'asfalto, rompendo il casco e perdendo conoscenza per qualche secondo, a causa del trauma cranico.


La dinamica dell'incidente: la recinzione (strappata dal palo di sostegno) all'improvviso, spinta dal vento,
si mette di traverso e invade la pista ciclabile, agganciando al manubrio lo sfortunato Cimo che vola a terra

Soccorso da un'ambulanza, il nostro socio è stato ricoverato all'ospedale di Rovereto, dove è stato trattenuto per 24 h in osservazione. Oggi verso l'ora di pranzo è stato dimesso, con la prognosi di 20 giorni a causa di una frattura ad una costola, oltre a diverse inevitabili escoriazioni.

Al telefono con il Presidente (che dal canto suo sta ultimando la convalescenza per la frattura al piede dello scorso 22 giugno, ndr) il Cimo ha comunque detto che farà di tutto - salvo complicazioni - per non saltare la Vecia Ferovia del 5 agosto (i 20 giorni scadrebbero proprio il 4 agosto ...). Il Presidente gli ha accomandato di curarsi bene e se proprio se la sentirà di esserci alla gara sociale, per quest'anno sarà casomai "per fare numero", senza forzare e andare incontro a rischi inutili.

Ad ogni modo Cimo è parso tranquillo ("Finchè le possiamo raccontare ...") anche se dispiaciuto perché teneva molto alla gara sociale, dove avrebbe voluto dare ancora una volta filo da torcere ai più giovani compagni.

Il Presidente, invece, ha voluto rimarcare ancora una volta l'importanza del casco che molti, purtroppo, non indossano in allenamento, specie in pista ciclabile o comunque sulle strade asfaltate. Chi per il caldo, chi perché non si vuole spettinare, chi perché si vuole abbronzare in modo uniforme, chi perché "tanto in ciclabile non è pericoloso", in troppi sottovalutano i rischi di una caduta sull'asfalto, anche a velocità non sostenuta. "Per fortuna il nostro socio lo indossava - ha ricordato - non voglio nemmeno immaginare le conseguenze se avesse battuto la testa a terra in quel modo senza alcuna protezione".

Che sia di lezione. E allora torna di moda il nostro motto, coniato ormai 8 anni fa, dopo una caduta (senza casco):

Mona, proteggi il melone !