Ciao Candido
 

Si è spento domenica mattina lo storico direttore della Gazzetta dello Sport. Nel 2005 il suo "incrocio" coi Rinco.

23/02/2009 -  Ricoverato da giovedì scorso per un'emorragia celebrale, è morto domenica mattina in una clinica milanese, all'età di 78 anni, il giornalista sportivo Candido Cannavò, storico direttore della Gazzetta dello Sport.

Nato a Catania nel 1930, Cannavò iniziò la sua carriera come giornalista sportivo ne La Sicilia a diciannove anni. Nel 1955 venne ingaggiato come corrispondente da La Gazzetta dello Sport, di cui successivamente divenne inviato speciale. Tra le manifestazioni di cui si è occupato si ricordano alcune edizioni dei Mondiali di calcio, ben 9 Olimpiadi e moltissimi Giri d'Italia.

Nel 1981 è diventato vicedirettore, poi condirettore e nel 1983 è succeduto a Gino Palumbo come direttore responsabile del quotidiano. È rimasto in carica 19 anni, fino al 2002, quando è stato sostituito da Pietro Calabrese. Durante la sua carica, la Gazzetta dello Sport si è consolidata come primo quotidiano italiano e maggiore quotidiano sportivo europeo, ha iniziato la pubblicazione del settimanale Sportweek e ha aperto il proprio sito web. È stato opinionista (sempre per la Gazzetta) e ha curato le rubriche Candidamente e Fatemi capire.

     

Il suo impegno è andato al di là dello sport. Da sempre si è occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, e da quando ha smesso di dirigere la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la sua biografia e tre saggi, che narrano la situazione delle prigioni italiane, dei disabili e dei senzatetto.

La strada di Cannavò, seppur in modo del tutto casuale, si è incrociata nella primavera del 2005 con quella dei Rinco Boys. A Rovereto approdava il Giro d'Italia e Cannavò, nonostante avesse lasciato da tre anni la direzione del quotidiano, seguiva ancora con la consueta passione la "corsa rosa". A tappa conclusa il giornalista, che doveva partire in auto per raggiungere la località d'arrivo della tappa successiva, chiedette ad un cicloamatore le indicazioni per uscire dal centro di Rovereto. Ebbene, quel cicloamatore altri non era che il nostro attuale vicepresidente, Andrea "Cecchi Paone"!

Quest'ultimo, una volta fornite le indicazioni richieste, chiese al giornalista se poteva fare un foto con lui e Cannavò accettò ben volentieri. Non solo, quando vide che il nostro socio stava per scattare la foto da solo, allungando il braccio e tenendo la macchina digitale rivolta verso di loro, chiamò il suo collaboratore e gli fece consegnare la Canon, mentre con il suo inconfondibile accento catanese esclamava sorridente "Se dobbiamo fare la foto facciamola come si deve". Poi, quando notò che il nostro "Cecchi Paone", nel mettersi in posa, si era messo a fianco a lui mantenendo quella che possiamo definire una "distanza di rispetto", lo tirò a sé e gli cinse il fianco con il braccio, dimostrando - oltre alla disponibilità - anche di essere quel che si dice "una persona alla mano".

Ed è proprio con questa simpatica immagine che vogliamo ricordare Candido Cannavò, maestro di giornalismo sportivo e persona perbene. Ciao Candido ...